L’ex presidente dell’Inter, Massimo Moratti, si è raccontato in un’intervista a Sportweek: tanti gli aneddoti raccontati e uno sguardo al presente.
Massimo Moratti è uno degli uomini più iconici della storia del club nerazzurro: figlio di Angelo Moratti, Massimo è stato Presidente dell’Inter in due periodi diversi, dal 18 febbraio 1995 al 19 gennaio 2004 e dal 6 novembre 2006 al 15 novembre 2013, nonché presidente onorario fino al 23 ottobre 2014. Con Massimo Moratti alla guida, il club nerazzurro ha raggiunto uno dei risultati più storici della storia dell’Inter, ovvero la conquista del Triplete, al termine della stagione 2009/2010. Momenti che tutti i tifosi nerazzurri si ricorderanno e porteranno nel cuore, in attesa di viverli nuovamente.
Inter, Moratti si racconta: le parole dell’ex Presidente
L’ex presidente dell’Inter Massimo Moratti si è raccontato in una lunga intervista al magazine SportWeek, in cui ha rievocato aneddoti del passato, ma ha parlato anche dell’Inter del presente.
Sui calciatori che sono arrivati durante la sua era:
Ho voluto bene a tutti, anche perché con me sono sempre stati molto affettuosi pure a fine carriera, ma ne citerei un paio. Il primo è Paul Ince, di cui mi innamorai al punto da andare a prendermelo di persona con un viaggio in Inghilterra, anche per conoscere la sua famiglia. E poi Javier Zanetti, non solo per la lunga militanza.
Il racconto del giocatore più forte:
Ronaldo, per distacco. Tra tecnica e velocità, certe giocate le sapeva regalare solo lui. Con noi Ronaldo ha giocato la sua stagione migliore in assoluto. Peccato per quel crack al ginocchio e poi per la partenza verso il Real.
Alcuni aneddoti, tra cui una sfuriata e i momenti più belli:
Dopo l’eliminazione dalla Champions per opera del Manchester, nel 2009 con Mourinho. Mi sono trovato davanti facce rassegnate che dicevano ‘tanto si sa che in Europa va così…’. Ma scherziamo?
Il momento più bello in assoluto è stato la Champions. Il più brutto è inutile che me lo chieda.. (ride pensando al famoso 5 maggio 2002).
Uno sguardo all’Inter di oggi
Devo dare grande merito a Inzaghi di avere saputo coniugare bel gioco e risultati. Una combinazione difficilissima. Rispetto alla scorsa stagione sta anche facendo più turnover per avere energie con cui andare in fondo in tutte le competizioni.
Gente come Calhanoglu, Lautaro e Thuram non può avere un vice all’altezza. Sento per esempio molte critiche nei confronti di Asllani, ma la banale verità è che un altro come Calhanoglu non esiste perché ha genialità, tiro e capacità.
Poi il grande sogno:
L’Inter può centrare ancora il Triplete.