Walter Mazzarri, dopo un inizio di 2014 da dimenticare, sembra aver trovato finalmente la giusta quadratura alla sua Inter. I 14 punti conquistati nelle ultime 6 partite di campionato hanno di fatto rilanciato i nerazzurri, attualmente quinti in classifica (a una sola lunghezza dalla Fiorentina, ndr) e protagonisti di un’importante striscia di risultati utili consecutivi, figli di una ritrovata solidità difensiva e di un’evidente evoluzione nella qualità del gioco.
In questo clima di serenità ed entusiasmo dato dagli ultimi risultati ottenuti c’è chi, però, sta attraversando un periodo abbastanza complicato. Il soggetto in questione è Diego Alberto Milito, uno di quei campioni che hanno fatto la storia recente dell’Inter. Il Principe appartiene a quella folta cerchia di giocatori della rosa nerazzurra con il contratto in scadenza il prossimo 30 giugno e le possibilità di rinnovo sembrano al momento davvero ridotte al lumicino.
Le perplessità maggiori sull’attaccante argentino arrivano direttamente dai vertici del club che, con l’arrivo di Erick Thohir, hanno deciso di voltare definitivamente pagina per dar vita a un nuovo corso, contraddistinto da un mix di gioventù ed esperienza. Una qualità, quest’ultima, che non manca sicuramente al numero 22 interista, vittima però di una condizione fisica sulla quale pesano inesorabilmente le quasi 35 primavere e i troppi infortuni subiti negli ultimi anni. E anche le ultime scelte di Mazzarri non possono che far pendere l’ago della bilancia verso la separazione.
L’idea dell’ex allenatore del Napoli, fin dal suo arrivo in estate ad Appiano, era quella di schierare la coppia Milito-Palacio come terminali offensivi nel suo collaudato 3-5-2. Ma, prima la fase di riabilitazione dal brutto infortunio patito al ginocchio e poi lo stiramento al retto femorale della coscia sinistra subito ad ottobre, hanno privato il tecnico di San Vincenzo della spalla ideale del Trenza. E non è un caso che il 3-6-1 plasmato nei primi mesi trascorsi sulla panchina dell’Inter sia stato accantonato con il ritorno, ad inizio 2014, del Principe.
A quel punto, però, il campo, inesorabilmente, ha dato il suo responso: nelle prime otto gare del nuovo anno, l’ex attaccante del Genoa è sceso sempre in campo (in 5 occasioni dal primo minuto, ndr) senza mai trovare la via del gol ma, soprattutto, dimostrando un chiaro e comprensibile imbarazzo fisico causato dal lungo periodo di inattività.
Mazzarri ha cercato di dargli spazio e minuti per riaverlo quanto prima al cento per cento, ma le gare con Fiorentina e Cagliari hanno capovolto le gerarchie nel ruolo di prima punta. In entrambi i match, infatti, il cambio in corsa che ha visto l’entrata di Mauro Icardi e l’uscita del più esperto centravanti è risultato determinante per l’esito finale della gara. Contro i viola, l’ex gioiellino della Sampdoria ha siglato l’1-2 finale consegnando i tre punti all’Inter, mentre nell’1-1 interno con i sardi ha fornito l’assist per la rete di Rolando.
Ed è proprio contro gli uomini di Diego Lopez che sembra essere arrivata la bocciatura definitiva per l’eroe della notte di Madrid. Sostituito tra primo e secondo tempo, da quel momento in poi Milito ha assistito alle prestazioni dei suoi compagni seduto in panchina senza più scendere in campo. Tre match con zero minuti all’attivo, un cambio di rotta repentino che non lascia più grossi dubbi sul futuro del centravanti del Bernal.
L’augurio è che, da qui a fine stagione, il Principe possa aiutare nella crescita il suo erede e che, prima dell’addio, il pubblico di San Siro riesca nuovamente a gioire per una sua rete. Sarebbe il modo migliore per chiudere una splendida storia d’amore.