BARCELLONA – Iniziamo da chi è caduto più pesantemente: per il Barça si parla di fine di un ciclo. Forse è un po’ prematuro, ma di certo il “Tata” Martino non è più il profeta del calcio capace di migliorare il “tiki-taka” blaugrana, portandolo a una “versione 2.0”. Rischia di essere ricordato come l’uomo che non vinse nulla di importante con Messi e Neymar in attacco.
MANCHESTER CITY – Manuel Pellegrini ha già vinto un trofeo in Inghilterra: la Coppa di Lega a Wembley. Sembrava l’inizio di un’era di trionfi e rivincite, invece sono arrivati la bocciatura in Champions (contro questo Barça, il City poteva fare qualcosa in più) e l’harakiri in campionato. Passi per la sconfitta spettacolare di misura ad Anfield, ma buttar via contro l’ultima in classifica la possibilità di conquistare la Premier League è un peccato mortale. Chissà come l’hanno presa ad Abu Dhabi…
MANCHESTER UTD – Se David Moyes dovesse rimanere all’Old Trafford, sarà solo perché in passato un altro scozzese iniziò male la sua avventura allo United e poi diventò sir Alex Ferguson. Annata disastrosa per i Diavoli Rossi, che per la prima volta da un secolo non si qualificheranno alla prossima Champions League. All’orizzonte c’è già il cappellino di Jurgen Klopp.
PSG – Anche le quotazioni di Laurent Blanc sono andate in picchiata. E tutto per colpa di Mourinho. Uscire dalla Coppa di Francia può rientrare nelle “cose che capitano”, fallire il test di maturità nei quarti di Champions League un po’ meno. Non dopo aver vinto 3-1 al Parco dei Principi. E così potrebbe non bastare il bis in campionato per convincere Al-Khelaifi ad affidare a Blanc altro denaro qatariano.
ARSENAL – C’è un sito che si chiama www.sincearsenallastwonatrophy.co.uk . Non fa altro che scandire il tempo dall’ultima volta che l’Arsenal “won a trophy”. L’ultimo titolo risale a 8 anni, 10 mesi e 26 giorni fa. Arsene Wenger ha un’occasione unica per “azzerare” il sito simpaticone: la finale di FA Cup con l’Hull City. Se i Gunners alzeranno la Coppa d’Inghilterra e difenderanno il quarto posto i Premier dall’assalto dell’Everton, potete dare per certa la conferma del francese sulla panchina che occupa dal ’96. In caso di fallimento di questi obiettivi, forse è l’ora di dirsi addio.
MONACO – Claudio Ranieri è inciampato nell’unico ostacolo che poteva precludergli la via verso la conferma nel Principato: perdere la semifinale di Coppa di Francia contro il piccolo Guingamp e ridare linfa al mito di Davide che batte Golia. Per il resto, il secondo posto nella Ligue 1 è il risultato migliore che potesse conseguire, soprattutto dopo l’infortunio di Falcao. Ma Dmitrij Rybolovlev, proprietario di due terzi del club, potrebbe fare le bizze come un altro russo celebre del mondo del calcio, quel Roman Abramovich che in passato riuscì perfino a cacciare Mourinho.
BORUSSIA DORTMUND – Anche in Vestaflia si rischia la stagione da “zero tituli”, a meno di non considerare tale la Supercoppa nazionale: il trofeo in sé è poco più di un’amichevole, ma strapparlo al Bayern campione di tutto, all’alba dell’era Guardiola, nobilita non poco l’impresa. Il Borussia Dortmund può rimediare in Coppa di Germania, dove in finale incontrerà il Bayern (sai la novità…). Per il resto, ottima figura in Champions League e probabile secondo posto in Bundesliga. Sia chiaro: Jurgen Klopp, l’uomo che ha costruito questa stupenda macchina da calcio, non è minimamente in discussione, anche considerando i tanti infortuni pesanti tra i gialloneri negli ultimi mesi. Ma piace tantissimo al Manchester Utd. Ed ecco che a Dortmund potrebbero ritrovarsi con un problema grosso.
JUVENTUS – Nemmeno Antonio Conte può essere definito un allenatore in bilico, ci mancherebbe altro. E’ a un passo dal terzo scudetto consecutivo e punta dritto alla finale di Europa League, Benfica permettendo. Sulla Gazzetta dello Sport in edicola oggi, però, trovate i retroscena della questione rinnovo, con l’esigenza da parte di Andrea Agnelli di avere risposte in tempi brevi dal suo tecnico. Conte potrebbe restare e andare a scadenza di contratto, ma in questi casi le situazioni subiscono spesso accelerazioni impreviste, in un senso o nell’altro. Ecco perché anche la Juve non ha un futuro certo al 100%.
MILAN — Più complicato il discorso riguardante Clarence Seedorf. A differenza di quanto avviene alla Juve, il Milan sta attraversando una preoccupante fase di involuzione tecnica. Risultati deludenti, niente Champions (al massimo l’Europa League) nell’autunno prossimo, uno spogliatoio in cui serpeggiano malumori, società spazientita. Nulla è da escludere, nei prossimi mesi.
I giornali sportivi di una volta lo chiamavano “il valzer degli allenatori”. Niente musica classica, né improbabili danze tra tecnici: era l’espressione più usata per raffigurare un certo numero di panchine dal futuro incerto e un gruppo di uomini pronti a occuparle. Gli anni passano, i luoghi comuni si evolvono, ma la sostanza ritorna. E così, quando il primo mese di primavera non è ancora terminato, sono già parecchi i casi interessanti. Per motivi diversi, 10 top club in Europa potrebbero cambiare conduzione tecnica nei prossimi mesi. Da questo elenco è uscita l’Inter: negli ultimi due giorni, il d.g. Fassone e soprattutto il presidente Thohir hanno detto parole chiare su Mazzarri. Ma i nerazzurri sono comunque chiamati a un finale di stagione all’altezza, altrimenti si fa in fretta ad aggiungere “ballerini” al valzer.
