Dopo le feroci polemiche degli ultimi giorni, Marko Livaja torna a parlare ai microfoni di Sportske Novosti, per raccontare le sue verità sull’annata particolare vissuta a Bergamo: “La stagione era iniziato molto bene. Ho giocato undici volte nelle prime tredici partite, ma utilizzavamo un sistema diverso. Dopo un paio di risulati negativi abbiamo cambiato modulo, passando al 4-4-2. Denis, che è il capitano, è rimasto in formazione come prima punta, mentre io sono finito in panchina. A gennaio avrei voluto lasciare l’Atalanta, ma non mi hanno permesso di andare via. Dicevano che ero troppo importante per la squadra, ma poi mi tenevano in panchina e mi mandavano a scaldare al 78′. Se sono così importante, perchè solo al 78′? Da lì sono nati i primi problemi, perchè mi sono rifiutato di fare riscaldamento contro l’Udinese. Ammetto di aver sbagliato, perchè sono un professionista e mi pagano per giocare“.
A chi gli chiede se sia preoccupato per la cattiva reputazione che si sta costruendo in Italia, l’attaccante croato risponde: “Mi capita di pensarci, ma dovete sapere che molto delle cose che escono sui giornali non sono vere. In ogni caso, non cerco giustificazioni per le sciocchezze che ho commesso. Chi mi conosce sa che non tutto corrisponde alla realtà, che c’è un altro lato”.
Chiusura con un pensiero sull’Inter: “C’è tanta concorrenza, sarà difficile trovare posto in nerazzurro, anche perchè Thohir ha annunciato che farà grandi investimenti e porterà grandi giocatori. Io comunque ho un contratto di due anni e chissà che un buon finale di stagione non possa permettermi di tornare”.