Krhin: “Sognavo di indossare nuovamente questa maglia. Per giocare in Serie A…”

Rene Krhin è tornato a casa. Dopo quattro anni trascorsi a Bologna, il giocatore sloveno, cresciuto nelle giovanili dell’Inter, è ora pronto a giocarsi le sue chance in maglia nerazzurra. Con l’arrivo di M’Vila, quello probabile di Medel e le conferme di Kovacic ed Hernanes, la concorrenza nella zona mediana del campo sarà spietata, costringendo il talento classe ’90 a sfruttare al massimo ogni scampolo di partita per convincere Mazzarri e mostrare a tutti il proprio valore.

I tanti impegni che attendono l’Inter durante la prossima stagione presuppongono, però, una rosa all’altezza, sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo per affrontare con voglia ed entusiamo la lunga ed estenuante esperienza europea. L’innesto di Krhin potrebbe, così, risultare utile, concedendo ai titolari del centrocampo nerazzurro la possibilità di rifiatare e al tecnico toscano di centellinare le proprie risorse. Senza dimenticare le celeberrime liste Uefa, nelle quali dovranno essere inseriti prodotti del vivaio nerazzurro: la permanenza di Andreolli, l’acquisto di Berni e il ritorno del giocatore sloveno inquadrano perfettamente tale necessità.

Impegnato nel ritiro di Pinzolo, un Krhin entusiasta di questa nuova esperienza ha parlato così ai microfoni di Inter Channel: “Sono molto contento, visto che in questi ultimi quattro anni il mio desiderio è sempre stato quello di indossare nuovamente questa maglia. È un sogno, anche perchè non ci sono stati tanti giocatori che, partiti dal settore giovanili, sono tornati alla base. Per me è un onore ed è bello ritrovare compagni come Andreolli, Obi e tutti quelli che sono cresciuti nel vivaio dell’Inter”.

Un amore sconfinato, iniziato alla tenera età di sedici anni. Un forte senso di appartenenza e la giusta voglia di lottare per portare in alto i colori nerazzurri: “Sono arrivato in Italia a 16 anni ed uno che arriva all’Inter a 23-24 anni non può capire. Per me e per chi ha fatto il settore giovanile c’è un significato più profondo, a partire da quello che vuol dire indossare questa maglia e dalla sensazione che si prova”.

Una crescita costante quella del giovane mediano, corroborata dalla proficua esperienza emiliana: “Per giocare in Serie A devi essere un calciatore completo. Ho avuto tanti allenatori, a Bologna, che mi hanno insegnato tanto e devo ringraziare entrambe le società che hanno avuto pazienza, nonostante i miei problemi fisici. Hanno sempre creduto in me”.

 

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