All’inizio della sua avventura con la maglia nerazzurra le difficoltà non sono certo mancate, ma dopo un periodo di adattamento (inevitabile considerando le differenze tra calcio italiano e sudamericano), Ricky Alvarez è riuscito a mettere in mostra tutte le sue qualità, guadagnandosi la stima degli addetti ai lavori.
Qualcuno sostiene addirittura che, nello scacchiere di Ranieri, l’ex Velex potrebbe soffiare il posto a un campione di caratura internazionale come Wesley Sneijder. Ma Ricky non si lascia trasportare da queste voci e in un’intervista concessa in esclusiva alla Gazzetta dello Sport dichiara: “Giù le mani da Wes. Ha caratteristiche uniche all’interno della nostra rosa. Il suo recupero sarà l’arma in più di un’Inter che può e deve crescere ancora molto. Io e Sneijder possiamo convivere nel 4-4-1-1, ma anche in un rombo che però capisco potrebbe essere sbilanciato. Ho fatto l’interno pure nel Velez, anche se è vero che preferisco partire largo e accentrarmi quando serve“.
E pensare che la svolta è arrivata in una partita che Alvarez non avrebbe neanche dovuto giocare: “Tutto è girato contro il Cagliari, il 19 novembre. Torno il giorno prima dalla convocazione con l’Argentina e finisco in tribuna. Però nel riscaldamento Sneijder si fa male, quindi gioca Coutinho e io vado in panchina. Entro nel secondo tempo, batto la punizione da cui arriva il primo gol e faccio l’assist per il secondo“.
Sprazzi di “Maravilla” per scacciare la diffidenza del pubblico di San Siro: “Il nostro stadio è speciale, ma quando la gente ti prende di mira è difficile ignorare una certa atmosfera. Viene la paura di sbagliare, quindi ti limiti a fare il compitino. All’inizio ero imballato perchè in Argentina non lavoravo tanto in palestra. In più la squadra non girava, quindi è stato ancora più difficile adattarmi ai ritmi del vostro calcio. Qui tutte le squadre sono micidiali nelle ripartenze”.
Fondamentale per la sua crescita il feeling instaurato con Ranieri: “Il mister mi ha aiutato tantissimo. E’ un grande motivatore e capisce tutto del calcio. Mi ha martellato col concetto che puoi essere bravo, ma se non sei aggressivo non vai da nessuna parte”. La strada è quella giusta, ma l’argentino sa che c’è ancora tanto da lavorare: “Devo migliorare ancora in tante cose. Specialmente nel cambiare passo quando recuperiamo palla e nel calciare di destro. Non avete ancora visto il vero Alvarez“. Non possiamo che credergli e augurarci di vedere presto il giocatore rimpianto dai tifosi del Velez. Forza Ricky!!! Siamo tutti con te.