Campagna acquisti dell’estate del 2006: l’Inter, con un affare molto rapido e quasi inosservato, acquista un terzino destro brasiliano, “Maicon Douglas Sisenando”, nome dovuto ad un errore di coloro che lavoravano all’anagrafe di Novo Hamburgo, sua città natale. Il padre avrebbe voluto infatti chiamarlo Michael Douglas, come la celebre star americana. Il suo acquisto, invece, non si rivelerà essere un errore e, per fortuna sua e dei tifosi nerazzurri, Maicon avrà modo di diventare lo stesso una star, seppur del calcio e non di Hollywood. Sembrava il solito acquisto sudamericano dell’Inter, uno dei tanti nomi presi per far numero e destinati a non sfondare e ad essere etichettati come bidoni. La storia ha detto e mostrato ben altro.
L’Inter non aveva una grande tradizione di terzini in quel periodo. Nel pre-campionato Maicon fa vedere cose molto interessanti nelle amichevoli, mostrando una grande capacità di corsa, di tecnica e di spinta offensiva sulla fascia, caratteristiche che non si vedevano da anni in un terzino nerazzurro. La svolta arriva proprio in una sfida contro la Roma; si gioca la Supercoppa Italiana e l’Inter era andata sotto per 3 reti a zero. Nel secondo tempo Mancini, per tentare la rimonta, fa entrare Crespo e lo stesso Maicon. Questo è il momento in cui inizia la grande storia del “Colosso” Maicon. Subito il brasiliano mette in mostra il suo repertorio offensivo e una personalità notevole, arringando il popolo nerazzurro durante il fantastico e riuscito ribaltone. Nemmeno a dirlo, dalla partita successiva, la prima di campionato contro la Fiorentina, Maicon sarà un titolare insostituibile dell’Inter di Mancini, di quell’Inter che dominò il campionato dall’inizio alla fine.
Nelle stagioni successive diviene sempre più un terzino completo, migliorando tatticamente in fase difensiva e diventando, anche in attacco, una delle opzioni migliori della squadra. E’ stato questo il tratto più significativo, l’aspetto più grandioso di Maicon, il suo essere un fattore risolutivo, un’arma potenzialmente devastante per le difese avversarie. Ci si poteva affidare a lui nei momenti di difficoltà e raramente ti tradiva. Con Mourinho avviene una crescita ancor più netta: più assist, più goal, più giocate. Oltre alle sue qualità però, quello che lo rendeva realmente un idolo del popolo nerazzurro era la sua energia, la sua foga, le sue capacità di leader. Il 2010 è stato ovviamente l’anno in cui ha raggiunto l’apice della carriera, così come tanti dei suoi compagni. Alcune delle sue gesta sono rimaste indelebili: dal goal nel derby dominato per 4 a 0 con la sua sfrenata esultanza, passando al fantastico goal scudetto realizzato contro la Juve, con in mezzo la rete al Barcellona in semifinale di Champions. C’è sempre stata la sua firma nei momenti topici. E’ stato uno dei segreti, svelati ma mai risolti, di un’armata letale. Dopo il triplete è arrivato un calo fisiologico delle prestazioni e della continuità di rendimento. Il suo addio al City per una cifra irrisoria (4,5 milioni più bonus) è stato frutto di una campagna di rinnovamento e di ridimensionamento economico. Fino all’ultimo ha però dato tutto alla sua maglia per eccellenza. Altri goal a Juve e Milan, mai banale se sei nell’Inter, e gli ultimi traguardi disponibili sulla scia del Triplete.
Al City non funzionò e il suo successivo passaggio a Roma fu visto con scetticismo dai supporters romanisti e dai critici. Il vecchio campione che viene a svernare ? Assolutamente no. Maicon si rimette in gioco, riconquista fiducia, condizione e Nazionale. Con tanti rimpianti per i suoi ex tifosi che, nel frattempo, non sono riusciti ancora a trovare un esterno di difesa che possa avvicinarsi a lui. Forse perché è difficile che possa passarne un altro simile.
Nel frattempo, le strade finalmente si incroceranno di nuovo, da avversari. L’anno scorso per ben due volte Maicon ha dato forfait nella sfida al suo passato. Forse gli fece anche piacere. Ora però, una Roma un po’ troppo discontinua ha bisogno del suo “Colosso” per continuare a sognare in grande. Sperando che per una sera si dimentichi del suo presente, si confonda e magari, si renderà conto di indossare la maglietta sbagliata.