La sconfitta di ieri pomeriggio al fotofinish contro il Torino è stata sicuramente una botta per la classifica dei nerazzurri che prima della gara avevano come unico obiettivo quello della vittoria per cercare di tenere il passo delle pretendenti alla Champions League. Tutto cancellato da una prestazione opaca e priva di idee e che a visto soccombere la squadra proprio quando si stavano svolgendo i titoli di coda e si stava analizzando uno scialbo pareggio interno.
Un colpo durissimo per Mancini e tutto l’ambiente perchè, aldilà dei punti, ci sono segnali troppo timidi sia sotto il profilo del gioco che nella ferocia ad aggredire gare da vincere a tutti i costi come quella di ieri. Problemi che si amplificano nell’incisività offensiva con un passo avanti e due indietro rispetto alle primissime uscite e la seconda gara a digiuno di gol, dato mai capitato in questa stagione. E poco importa se il possesso palla rappresenta il valore più alto in assoluto da inizio anno con il 69,5% se poi i tiri in porta sono solo uno in tutto l’arco del match.
Un po’ poco per un tecnico che ne vorrebbe circa 15-20 a partita ed insiste con l’ambizioso 4-2-3-1, ma se poi il possesso palla è spesso sotto ritmo, i giocatori offensivi non riescono a sprigionare la loro pericolosità e rimangono ingabbiati nella ragnatela difensiva avversaria. Anche le evoluzioni tattiche a partita in corso non hanno beneficiato sulla squadra con un Kovacic, molto più ombra che luce, non apparso in grado di dare quel cambio di passo alla squadra qualora si abbassava a prendere palla per cercare di dare fluidità alla manovra.
Di contro un Torino messo bene in campo che non ha dovuto faticare più di tanto nel chiudere gli spazi e ripartire contro un’Inter poca veloce e decisa ad azzannare la partita. La squadra di Ventura ha giocato il suo calcio e il punto a San Siro era già visto come un risultato molto positivo prima che Moretti non incidesse su una vittoria che mancava a Milano ai granata dal lontano 1988 con un gol sempre di un difensore (capitan Cravero su rigore).
Tornando all’Inter, ora c’è bisogno di cambiare marcia e magari proprio l’innesto di un centrocampista totale come Marcelo Brozovic (ieri presente in tribuna) potranno iniziare a ridare smalto ad una squadra vogliosa di far bene con la cura Mancini ma attualmente ancora lontana dl potenziale livello di crescita che tutti attendono.