GdS – Moggi-Moratti, stretta di mano al veleno

La linea che separa rispetto e maleducazione, si sa, è molto labile. Specialmente in un mondo in cui le parole si dicono e spesso si sprecano attraverso i social e i mass media, mezzi con cui ogni pensiero che passa per la testa viene nel dubbio detto, nella speranza di suscitare simpatia o ilarità.

Ecco come la stretta di mano fra Massimo Moratti e Luciano Moggi avvenuta lunedì mattina nel Tribunale di Milano è subito passata da un gesto di educazione ad una sorta di presa in giro. Strano pensare ciò osservando, riporta La Gazzetta dello Sport come fosse sia stato proprio lo juventino ad andare incontro all’ex patron nerazzurro per salutarlo con Moratti che ha ricambiato quell’inaspettato gesto di sportività.

Già nella serata di lunedì Moggi ha scritto su Twitter un commento alquanto ironico quasi rassicurando tutti dicendo “mi sono subito lavato le mani”. Nemmeno a voler passare più o meno inosservato, lo stesso ex dg della Juve ha poi ritwittato sè stesso per ribadire quell’ironica visione del gesto del giorno precedente.

Inevitabile la reazione irrigidita e offesa di Massimo Moratti che prima si è mostrato incredulo, poi ha chiarito la sua posizione: “Ma no, non ha detto quelle cose… Ah, le ha scritte? Se è davvero così, è peggio di ciò che già pensavo di lui. E vi fa capire che bel rapporto che ci poteva essere”. Insomma quel gesto che per quanto inatteso poteva almeno dimostrare rispetto, si è rivelato una vera caduta di stile, l’ennesima per Luciano Moggi.

Le scorie di Calciopoli esistono ancora, sportivamente parlando quel 2006 non è molto lontano e forse anche fra tanti anni ancora se ne parlerà, soprattutto quando si vorrà aizzare la rivalità fra Inter e Juventus come fatto proprio da Moggi con quel cinguettìo molesto che ha acceso l’entusiasmo dei bianconeri più ferventi in rete. C’è modo e modo di fare sarcasmo, basi pensare alla frase scherzosa di Peppino Prisco, avvocato e tifosissimo interista, che diceva “Dopo aver stretto la mano a un milanista corro a lavarmela. Dopo averla stretta a uno juventino, mi conto le dita”.

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