Che sia davvero Guarin il capitano ideale di questa Inter?

Quando in qualsiasi ambito c’è un personaggio che in un modo o nell’altro lascia il segno, non è mai assolutamente facile rimpiazzarlo quando viene a mancare la sua presenza perchè con troppa facilità si cade in scontati confronti col passato che spesso svalutano il presente.

Nell’Inter è accaduto in maniera evidentissima nel post-Mourinho quando dopo che lo Special One ha scritto la storia di questo club, per qualsiasi allenatore successivo diventava difficile lavorare gestendo l’ingombrante peso del vincente passato. Pretendere il massimo da tutti e in ogni momento non ha senso quindi questo risulta un atteggiamento inutile ma che ahimè fa parte della natura di ogni tifoso.

Facile pensare che parlando della fascia di capitano di questa Inter non basti la parola “peso” per definire l’onere di vestirla dopo che per 18 anni è rimasta sempre sul braccio di un certo Javier Zanetti. Forse è umanamente impossibile reggere in maniera disinvolta una tale responsabilità e solo un uomo di grande carattere potrebbe almeno tentare nell’impresa.

La società nerazzurra ha optato alla fine della scorsa stagione per Andrea Ranocchia, simbolo di un Inter che poneva come suo pilastro un italiano su cui impostare le proprie certezze del futuro. Diventa comico il paragone fra la necessità di avere nel proprio capitano un uomo di fiducia e la sfiducia più totale che aleggia in questo momento attorno al numero 23 nerazzurro, autore finora di una stagione con pochi alti e tantissimi bassi.

Le qualità non si discutono anche perchè se sono emerse in passato non possono essere casuali ma che senso ha non voler essere consapevoli che forse il calo di Ranocchia è dovuto proprio alla scarsa attitudine a gestire il peso di quella fascia? 

Sarebbe per alcuni una sorta di goffo passo indietro cambiare in corso d’opera le gerarchie ma in realtà individuare un errore è correggerlo è il miglior modo di migliorare piuttosto che far finta che l’errore non ci sia e continuare su quella strada. Sarà una casualità, un breve momento positivo o altro ma in questo momento il giocatore che più di tutti incarna lo spirito da vero capitano è Fredy Guarin.

Proprio l’uomo che è stato ad un passo da vestire la maglia della Juventus e spesso sotto il riflettore delle critiche in passato, ora grazie anche a Mancini si è ritrovato mettendo in evidenza non solo le sue grandi doti tecniche e atletiche ma anche quelle caratteriali. Impossibile pensare che queste doti siano nate solo ora, semplicemente prima erano celate nelle difficoltà di squadra e nella mancanza di sicurezza nei propri mezzi.

Raggiunto l’attuale momento di forma, il Guaro gioca allo stesso modo sia senza che con la fascia e anzi sembra che quella lettera C stampata sul braccio lo carichi ulteriormente dandogli la spinta per fare ancora meglio. Il capitano dovrebbe essere l’uomo quasi insostituibile in grado di dare fiducia ai compagni, di metterci la faccia nei momenti più difficili (come accaduto nel post-Sassuolo) e di essere il centro focale di un progetto che punta in alto.

Senza voler abbattere la reputazione di Ranocchia, perchè non pensare che sia Guarin l’uomo più adatto a vestire in maniera permanente questo ruolo?

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