Il ritorno di Don Rodrigo, unica nota lieta di questo periodo nero

Ora come ora sembra difficile trovare uno spiraglio di luce nel buio totale in qui la stagione dell’Inter è naufragata. C’è da dire che per quanto siano sfumati tutti gli obiettivi stagionali, comunque resta un campionato da finire nella maniera più dignitosa possibile per svariate ragioni, la prima sarebbe almeno avvicinarsi a quel sesto posto che garantirebbe la partecipazione ai preliminari di Europa League per la prossima stagione.

Unica nota positiva a caratterizzare gli ultimi mesi nerazzurri è il ritorno di un giocatore che sembrava essere definitivamente tramontato dopo una prima parte di stagione assolutamente fallimentare: Rodrigo Palacio.

Rimasto a secco da maggio a dicembre El Trenza ha pagato a caro prezzo quel dolore alla caviglia che lo disturba dal Mondiale e che per troppe partite l’ha reso più un peso per la squadra che un vantaggio, nonostante l’impegno totale che l’argentino ha sempre messo in campo. Il punto più basso l’ha toccato nella sconfitta interna contro l’Udinese quando macchiò la sua già negativa prestazione con l’assist involontario a Thereau che regalò i tre punti ai friulani.

Quando agli attaccanti capitano i periodi di carestia la solita frase è “bisogna solo buttarla dentro e interrompere il digiuno del gol”, però certo finchè il primo gol non arriva tutto sembra essere un’attesa quasi snervante. Nell’ultima partita dell’anno però Palacio ha finalmente rotto quell’incantesimo tornando a segnare contro la Lazio e da allora, silenziosamente, non si è più fermato. Nel 2015 infatti è uno dei giocatori più prolifici dei club di Serie A fra tutte le competizioni.

Lo dimostrano in maniera eloquente i numeri: Palacio ha infatti segnato ben 9 gol nelle ultime 14 partite, una media molto simile se non superiore alle prime due stagioni in nerazzurro in cui l’ex Genoa segnò rispettivamente 22 e 19 complessive.

Oltre a questi numeri positivi a livello realizzativo va aggiunto un netto miglioramento della condizione fisica che lo sta portando gradualmente ai suoi standard regolari. Manca ancora un pò di freddezza in zona-gol, ma non si può pretendere troppo.

Senza dubbio l’età ha il suo peso e Don Rodrigo ha ormai vissuto 33 primavere ma quel contributo che ha sempre offerto alla squadra a prescindere dall’allenatore e dal modulo e quello stato di forma che appare ritrovato fanno di lui l’unico elemento per cui avere un minimo di speranze per un finale di stagione in cui almeno la squadra riesca a salvare la faccia.

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