Con i giovani non si vince. Questo deve essere il caposaldo di ogni progetto calcistico credibile. Anche la creatura europea di ragazzi Under 24 meglio riuscita, l’Arsenal di Wenger, non ha un trofeo da esporre in bacheca dal 2004/2005. Sette anni di astinenza, esattamente da quando è iniziata la campagna acquisti “verde” dei Gunners.
Pensare di imporsi, o anche solamente di restare competitivi ai massimi livelli e su più fronti, con una rosa sempre più inesperta è utopia. A maggior ragione se le “baby” operazioni di mercato in entrata sono state fallimentari nell’80% per cento dei casi (a essere magnanimi). Ma, ancor più di questa inattesa tendenza al ringiovanimento indiscriminato, preoccupa l’assenza di una linea d’intervento unitaria e univoca.
Uno specchio abbastanza fedele dell’inquietante operato nerazzurro del primo decennio morattiano, con un’ingombrante differenza: la totale mancanza dei grandi colpi di mercato che, anche isolati, sarebbero vitali per la squadra. Il grande nome, al di là dell’apporto tecnico che può dare alla squadra, dona entusiasmo all’ambiente, gettando lontano il senso di smobilitazione. Stati d’animo che, in assenza di un progetto concreto a breve termine, risultano decisivi a livello motivazionale in un gruppo.
Che a Roma sia intervenuto un fattore psicologico, ad affiancare la penuria tecnica in fase di costruzione e atletica interista, è lapalissiano. Quando mancano idee, insomma, è necessario intervenire con colpi a effetto. A volte semplici chimere, altre volte una vera e propria manna dal cielo: basti pensare alla carica donata ai cugini rossoneri dall’innesto di Ronaldo nel gennaio 2007.
Le possibilità per giugno restano numerose: dallo spento Fernando Torres, a digiuno di marcature da sei mesi e svalutato a livello di cartellino dopo la parentesi allo Stamford Bridge, all’altalenante e fragile Robben; dal realizzatore Gonzalo Higuain, troppo spesso chiuso dalla vena realizzativa di Benzema, al promesso sposo milanista Tevez. Insomma, il manipolo degli scontenti aumenta di giorno in giorno. L’importante è destinare qualche decina di milioni per un pezzo da novanta, probabilmente derivanti dalla cessione di Sneijder. Ma, dopo la sconcertante prestazione capitolina dei Ranieri boys, è probabile che nella testa di Moratti un campanello d’allarme abbia suonato.