Prosegue l’intervista rilasciata dal direttore generale Marco Fassone al quotidiano torinese TuttoSport.
Lavorare con Thohir?
“Thohir ha un modo di gestire la socità in maniera differente rispetto a noi italiani. Noi siamo abituati al contatto giornaliero, fisico, invece lui ha i modi dei proprietari internazionali. Lui vuole responsabilizzare al proprio team e in cambio vuole attenzione e rigorosità. Quando viene a Milano, poi, è sempre una full immersion di lavoro”.
La gente si aspettava più un presidente alla Abramovich?
“Per spiegare la situazione in maniera semplice: se sommiamo tutte le cifre investite da Thohir da quando ha acquistato l’Inter, con l’aumento di capitale, le varie tranche versate nei mesi e e il rifanziamento obbligato che è stato costretto a fare, ha immesso quasi 400 milioni di euro. È un imprenditore serio, ha fatto un investimento importante e vuole che quello ritorni”.
Un guaio non qualificarsi all’Europa League?
“A livello economico sarebbe una perdita non molto grave, perché i ricavi che porterebbe sarebbero coperti dai milioni che guadagneremo dalle varie amichevoli estive. Il danno, più serio, è all’immagine del club nel mondo, perché per l’Inter sarebbe la seconda volta negli ultimi tre anni fuori dall’Europa. La visibilità paga e rimanere esclusi da competizioni continentali rallenterebbe la crescita del nostro brand. Ci auguriamo che nelle ultime dieci partite, oltre al bel gioco già visto, arrivino i risultati”.
Aspettative deluse per Mancini?
“Roberto, come tutti noi, non si aspettava queste difficoltà. Ha comunque voluto intraprendere una strada, ha disegnato un nuovo sistema di gioco pensando soprattutto al futuro. Tutti sapevamo che ci sarebbero stati dei rischi. Con delle scelte più opportunistiche avremmo magari qualche punto in più”.
Come procede la trattativa sul fair play finanziario?
“Auspichiamo di arrivare ad un accordo equo, anche se va detto che l’Inter, dal 2010 in poi, non è stata proprio coerente con i parametri. Detto questo, però, stiamo lavorando per sistemare i conti e quest’anno, fatto abbastanza storico per l’Inter e per le società italiane, i costi saranno più bassi dei ricavi e avremo un margine operativo positivo”.