Dove stia andando la banda di Mancini non è dato sapersi, c’è solo da augurarsi che chi sta al timone abbia le idee chiare.
E’ stato il momento dell’entusiasmo, quando un’Inter arrembante e fiduciosa, sembrava poter lottare per qualche traguardo, poi è venuto quello della realtà, dove una squadra timorosa, si è sfilacciata come quando in panchina c’era Mazzarri, poi quello delle prove, tecniche, tattiche e di uomini che poco ha cambiato ma almeno ha messo in mostra un grande vivaio e la voglia di questi ragazzi, ora, con l’Europa vicina nel punteggio ma, forse, lontana dal cuore e dal portafogli, non si sa che Inter attendersi.
Un grande ex attaccante nerazzurro come Roberto Boninsegna, ha dichiarato proprio ieri che: “Se l’Inter non riuscisse ad entrare in Europa sarebbe una stagione davvero fallimentare…” aggiungendo che è evidente che la Beneamata sia ancora in fase di ricostruzione.
E’ proprio vero che sarebbe così?
Se l’Inter non arriva sesta e quindi è fuori da tutte le competizioni europee sarebbe, forse, una cosa positiva sia per la squadra che per la società.
Non arrivando sesti i nerazzurri, come sanzioni da parte dell’Uefa per il FPF, avrebbero solo un’ammenda pecuniaria, senza limitazioni in fatto di mercato e di numero di giocatori in rosa.
Il preliminare di Europa League limiterebbe la tournè voluta dal presidente Thohir in Asia, limitando la possibilità di marketing ed espansione del marchio tanto care al tycoon e porterebbe ad anticipare la preparazione.
Non solo, le trasferte lontane il giovedì, certamente non aiutano la condizione atletica ed il recupero dei giocatori e per una squadra che deve ricostruirsi due obiettivi, campionato e Coppa Italia, possono essere più che sufficienti.
I soldi e l’immagine dati dall’Europa si possono facilmente recuperato l’anno successivo centrando magari un posto in Champions.
Siamo davvero sicuri che, con al timone un uomo forte, con le idee chiare sul futuro e sui giocatori, non arrivare sesti sia davvero fallimentare e non intenzionale e precauzionale?