Profeta in patria

Il goal contro la Roma era stato una giusta legittimazione del suo passato laziale, una conferma di quanto il suo cuore fosse sempre stato biancoceleste, aldilà dei cambiamenti di maglia e di mere questioni economiche. La partita di stasera ha però posto la fine a ogni tipo di romanticismo nel mondo del calcio: Hernanes ha segnato una pesantissima doppietta alla squadra che lo ha lanciato, ai compagni che ha trascinato nelle passate stagioni a suon di ottime prestazioni e di goal bellissimi. Come quelli di stasera. Si è preso i fischi del pubblico che lo ha adorato e, probabilmente, lo adorava sino al momento di quella capriola. Una mancanza di rispetto nei confronti del suo passato? Crediamo proprio di no. Hernanes, quando ha visto la palla gonfiare la rete in seguito a una delle sue proverbiali punizioni, ha pensato che il tempo non fosse passato, che quel prato calcato numerose volte gli appartenesse ancora. Il terreno dell’Olimpico, del resto, ha accolto tante sue magie e quella punizione era un’arricchimento di una gran bella raccolta. Ecco perché quella capriola gli sarà parsa una semplice conseguenza, un atto dovuto e spontaneo.

Le storie d’amore sono però struggenti, soprattutto quando terminano. I suoi ex amanti si sono sentiti tremendamente traditi e hanno cominciato a bombardarlo di fischi, a sottolineare ogni suo tocco di palla con una cascata di disprezzo esagerata. Da lì il “Profeta” ha deciso che doveva decidere la partita, ha iniziato a trasformare ogni sua giocata in un tentativo di far di nuovo male agli avversari, spesso sbagliando. La fretta è nemica della fortuna, ma quest’ultima sa premiarti se il tuo obiettivo è semplicemente quello di voler fare il tuo bene e di coloro che ti sono attorno, non il male degli altri. Così, al momento propizio, a e il brasiliano non si è lasciato sfuggire la ghiotta occasione. Nuovo goal e rete gonfiata, stavolta sotto la Nord. Un’occhiata frettolosa a quell’ondata biancoceleste prima di gettarsi a terra senza muoversi, quasi senza esultare. Non ce l’ha fatta ad alzarsi e a capovolgersi nell’aria, ha sentito il peso di una doppietta che frena il suo primo amore alla ricerca del proprio obiettivo e che, facendo tutti gli scongiuri del caso, non consente nemmeno all’Inter, per il momento, di coronare la sua rincorsa europea. Un piccolo mattoncino per i suoi nerazzurri a fronte di una cannonata sparata contro la sua Lazio. Steso a terra in quel prato avrà pensato a questo, alla fatica di rendersi protagonista anche con la nuova maglia e a quanto il calcio può tirare degli strani tiri mancini. Già, proprio Mancini, che l’ha lasciato in campo nonostante qualche errore di troppo e la voglia di strafare. Lui, altro ex idolo romano, che mai ha perso contro la Lazio da allenatore, sapeva dentro di sé che ognuno è “Profeta” in patria.

 

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