Editoriale- Se telefonando io potessi dirti…vieni all’Inter

Chi non ha in mente la famosa canzone di Mina “Se telefonando”, ripresa in occasione dell’ultimo Festival di Sanremo da Nek, che proprio grazie a lui ha ritrovato linfa vitale e ha spopolato nelle radio italiane?

“Se telefonando io
potessi dirti addio
ti chiamerei…”

Roberto Mancini deve aver ascoltato più volte questa canzone e, evidentemente, ha voluto rigirare del tutto il concetto. Perché chiamare per dire addio a Kovacic? Perché non chiamare i grandi giocatori e convincerli a venire in nerazzurro? Con Podolski e Shaqiri ha funzionato, con Yaya Touré quasi (e chissà cosa ci attende in futuro), con Kondogbia è stato decisivo.

Dunque, il tecnico jesino, che è tornato a Milano non per una gita turistica, né per spazzare via i meravigliosi ricordi che i nerazzurri avevano legato al suo nome, ma per vincere. O quanto meno tentare. Per farlo, però, ci vogliono giocatori da Inter. Giocatori capaci di supportare la pressione, adatti a seguire le indicazioni tattiche, completamente differenti da quelle di Mazzarri, su cui era stata costruita la rosa su misura, più o meno.

Mancini è sempre stato chiaro: servono giocatori esperti, da unire ai giovani, per poter giocare al “Meazza” e potere ricostruire.

Kondogbia ha soli 22 anni, ma ha già calcato piazze importanti come Siviglia e Monaco, giocando già le massime competizioni europee. In lui si intravede un potenziale enorme e una delle pietre basilari su cui ricostruire, che giustifica appieno una spesa da molti definita eccessiva, soprattutto da coloro che amano bistrattare i colori nerazzurri o, invece, credevano di avere il giocatore tra le mani mettendo sul piatto anche un’offerta economicamente migliore.

E invece Re Geoffrey ha scelto l’Inter, ha scelto il progetto nerazzurro, ha scelto Roberto Mancini. La telefonata avvenuta venerdì in giornata ha cambiato totalmente le carte in tavola. Il Milan, fino a quel momento, era effettivamente in vantaggio, Ausilio, di fatto, aveva già bloccato Imbula arrivano ad un accordo con il Marsiglia. Ma Mancini voleva Kondogbia, l’ha voluto perché perso (al momento) Yaya Touré, il francese ormai ex-Monaco rappresenta il suo sostituto ideale. Fisicità accompagnata da un’ottima qualità di piedi; capacità innata di recuperare palla abbinata ad una buona visione di gioco. L’ivoriano rappresentava il prodotto finito e completo, usato sicuro. Kondogbia rappresenta il pacchetto nuovo, un potenziale inesplorato che può, e ora deve, essere formato.

Questa trattativa, giunta a buon fine, dissipa totalmente tutti i dubbi, se ancora dovessero essercene, sull’ingaggio del tecnico ex-Manchester City. Lui è di prima fascia e vuole giocatori che corrispondano al suo valore, ed è disposto a muoversi in prima persona. Lui è all’Inter non per fare un favore a Moratti o a Thohir, ma per riportarla dove merita di essere. “Noi siamo l’Inter”.

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