Atto di fede: l’Inter non ha paura di volare

Si sono (ri)presentati con le idee chiare. Roberto Mancini ed Erick Thohir hanno voluto dare un senso ben preciso e netto alla giornata di ieri, la ripresa stagionale della società nerazzurra verso un ennesimo tentativo di risalita. Un tentativo che, stavolta, pare possa poggiarsi su dinamiche meglio strutturate e convincenti, su presupposti validi ma da confermare. Il mercato è uno di quelli: la società si è mossa sin da subito per colmare tante lacune della rosa ed esaudire i desideri di un tecnico esigente, ma tremendamente ambizioso. Mancini ha riconosciuto e dato merito all’azione del presidente e dei dirigenti, non dimenticandosi di caldeggiare qualche altra operazione entro la fine dell’estate e di alzare già l’asticella verso una Juventus con la quale “il gap non è incolmabile”. 

Qualcuno può pensare che tali azzardi possano essere pericolosi, che si rischi di cadere poi dalle nuvole e sbattere la testa ancora più forte, ma è dalle proprie intenzioni e dagli obiettivi che ci si pone che si valuta la stoffa vincente di un gruppo. I giocatori dell’Inter negli ultimi anni hanno difettato molto di personalità ed è giusto che questa, innanzitutto, venga recuperata e iniettata con tali dichiarazioni di intenti, correndo il rischio di illudere i tifosi che, alla fin fine, amano da morire l’atteggiamento spavaldo del non porsi limiti, il rischio di un’illusione che può essere consapevolmente accecante e fatale. Si sa però che l’estate è la stagione migliore per sognare e allora che tutti i tifosi vadano da Thohir a urlargli e sussurrargli la parola “scudetto”: lui non avrà paura e continuerà a sorridere, alzare i pollici e dire “Yes we can”. 

Del resto, “iniziamo a lavorare presto perché abbiamo delle aspettative alte e degli obiettivi da raggiungere”. ET non rischia mai di allontanarsi troppo dal suolo, mira all’orizzonte e ha uno sguardo che lo proietta altrove, ma i piedi sono ben inchiodati al terreno della realtà, perché non ci sarà successo senza lavoro e non ci saranno più chiacchiere senza fatti concreti. Intanto, però, ce le godiamo per bene e ci culliamo su di loro, speranzosi e fiduciosi nella loro realizzazione. D’altronde Mancini ha già dimostrato di saperci fare. Credergli è un dovuto atto di fede.

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