Gennaio 2012, alla guida dell’Inter c’è Andrea Stramaccioni. I nerazzurri decidono di migliorare la rosa nel mercato di riparazione, ci si concentra soprattutto sul centrocampo: gli acquisti sono Schelotto, Kuzmanovic e Kovacic.
I primi due erano già noti alla Serie A, del terzo si sapeva poco o nulla se non che, considerando la giovanissima età, era stato pagato davvero tanto (circa 15 milioni di euro). Fisico gracilino ma qualità da vendere, l’incostanza lo ha però contraddistinto fin dai primi giorni in nerazzurro.
DA FUTURO CAMPIONE A ETERNO INCOMPIUTO – Nonostante questo c’era grande fiducia in lui, si era convinti che col tempo sarebbe migliorato e diventato il giocatore chiave dei nerazzurri. Ma gli allenatori si sono avvicendati, il tempo è passato e la pazienza per la sua consacrazione è, pian piano, sparita. Adesso Mateo Kovacic proverà a dimostrare ciò che è capace in uno dei club più blasonati al mondo, il Real Madrid. Già la scorsa estate i blancos avevano offerto 30 milioni di euro, Thohir rispedì l’offerta al mittente perché voleva basare la sua squadra proprio sul numero 10. Ma nonostante le capacità altissime sotto gli occhi di tutti, la mancanza di personalità e l’incostanza hanno fatto si che questa volta il presidente nerazzurro cedesse alle lusinghe di Florentino Perez, incassando circa 35 milioni di euro.
Abbandona l’Inter e l’Italia dopo due stagioni e mezzo, caratterizzate da alti e tanti (troppi) bassi. Qualche assist geniale, un gol fantastico contro la Lazio nello scorso campionato, ma poco più.
DECISIONE GIUSTA? – La domanda adesso è: è stata una mossa intelligente cederlo? I pro sono tanti, così come i contro. Era giusto cedere Kovacic a quella cifra perché sono tantissimi soldi per un ragazzo che comunque ha ancora tutto da dimostrare, e che probabilmente in una squadra in rifondazione come l’Inter non sarebbe riuscito nemmeno quest’anno ad esprimersi al meglio. Inoltre il Mancio da quando è tornato sulla panchina dell’Inter non è mai riuscito a trovare la giusta collocazione in campo per il talento croato: tanti i ruoli provati (da regista basso, da trequartista, da mezzala, da esterno di centrocampo e di attacco), ma mai ha convinto appieno il tecnico nerazzurro. D’altro canto il croato è un prospetto di primissimo livello, inoltre si vende una pedina importante del centrocampo nerazzurro proprio a pochissimo dalla chiusura del calciomercato.
Il rischio di un Coutinho bis non c’è, stavolta i soldi incassati sono tanti, ma resta l’amarezza di aver avuto tra le proprio file un giocatore dalle potenzialità enormi e di non averlo visto fiorire. Buena suerte Mateo, con la speranza che questa conclusione sia favorevole ad entrambe le parti.