Mauro Icardi, al solito, non ha dovuto aspettare troppo. Dopo i soli 20 minuti nelle prime due giornate, dovuti a un piccolo infortunio, alla seconda partita disputata per intero il bomber argentino ha trovato il primo goal stagionale, una rete dal sapore speciale, la prima indossando la fascia da capitano. Si era capito dalla sua esultanza quanto stesse aspettando quest’attimo; non si è subito portato le mani alle orecchie come d’abitudine, ma ha scaricato in maniera irrefrenabile tutta la sua gioia.
La gioia di chi sa di avere un grande privilegio e un’enorme responsabilità, ma di cui non teme il peso e la paura di fallire. Icardi indossa la sua fascia con orgoglio e appartenenza, consapevole della fortuna dell’incarico affidatogli. Riportare in alto l’Inter con un ruolo di primo piano, il ruolo più importante di tutti. Icardi come faro in campo e guida, anche fuori, per i suoi compagni. I risultati stanno dando ragione a lui e a Mancini, uno che di talento ne aveva tanto e che sa, dunque, che il talento va responsabilizzato per fare in modo che emerga e esploda. Una piccola rivincita per chi era considerato un bad boy, un viziato, un immaturo. Icardi sta crescendo come giocatore e uomo e questo goal di oggi è solo un piccolo passo verso la costruzione di un rapporto sempre più solido tra sé e la sua squadra. Un rapporto che, salvo imprevisti, “rischia” di essere straripante. Dopotutto l’Inter e i capitani argentini hanno un gran feeling insieme.