Come dar torto a mister Mancini, molti che scrivono di calcio o si atteggiano ad opinionisti ed esperti non “capiscono nulla di calcio” e molta stampa è critica a prescindere, troppo ed in molti casi senza la minima base, ma ogni tanto degli errori sono troppo evidenti per non vederli e segnalarli.
“16 punti su 21 sono un buon bottino…” come affermato dal tecnico jesino, ma il pensiero che forse sarebbero potuti essere di più non lascia tranquilli i tifosi nerazzurri.
Il match contro la Fiorentina fa storia a sé e non è il caso neppure di prenderlo in esame, una partita iniziata male e terminata peggio con orrori individuali che l’hanno indirizzata in una certa maniera, ma con la Sampdoria, errori, ritardi nelle scelte e condizione dei singoli sono apparsi troppo macroscopici e forse sono stati decisivi.
L’attacco è apparso un po’ sterile, troppo sterile e non solo per quanto riguarda i gol realizzati ma soprattutto per i mancati movimenti e per la quasi totale assenza dentro l’area avversaria.
Almeno 6 cross pericolosi effettuati dai nerazzurri non hanno trovato nessuno a beneficiare di tanta grazia all’interno dell’area blucerchiata.
Palacio è stato l’oggetto misterioso più eclatante: movimenti pochi e sbagliati, si aggirava al largo dell’area avversaria e non ha mai inciso in tutto il tempo che è stato in campo.
Perisic ha giocato a tutto campo, classe e sacrificio, grinta e gol. Finalmente il primo gol in nerazzurro ma, non ce ne voglia Mancini che polemicamente ha già detto cosa diranno i giornali oggi, quando ha messo il croato nella sua posizione naturale la musica è cambiata.
Eccoci al punto dolente, se il Mancio ha una qualità, è sicuramente quella di saper leggere le partite e saper correggere prima degli altri i suoi 11 in campo, ma ieri nonostante le buone intuizioni di Manaj, per freschezza, gioventù e sfrontatezza e Ljajic, i campi del tecnico sono arrivati troppo tardi.
Palacio soffriva già dall’inizio, Guarin non ha mai girato a dovere e Kondogbia è apparso stanco.
Da segnalare, anche ieri, l’errore evidente di Handanovic sul gol doriamo.
Ma una cosa è mancata più di tutte, più degli schemi, più dei cambi anticipati e più di ogni strategia, la fantasia e la concretezza di Jojo Jovetic.
Peccato. Un buon bottino ma non il massimo.
Ora bisogna serrare i ranghi perché al rientro dopo la sosta arriva la Vecchia Signora e le scuse devono essere finite.