Continuano a fare rumore le dichiarazioni di Mancini nella conferenza stampa di sabato e quelle dopo Sampdoria-Inter di ieri pomeriggio. Il tecnico nerazzurro se l’è presa con i giornalisti e soprattutto con gli ex calciatori che fanno i commentatori in tv, colpevoli di non giudicare bene le partite e di ridurre tutto ad un discorso di tattica e di moduli.
“Non si vince o non si perde in base al modulo, la Juventus di Conte insegna” le parole dello jesino durante la conferenza di sabato e ancora: “Difesa a tre? Si parla solo di questo in Italia, a volte la gente parla senza sapere le cose. Non si vince in base al modulo, c’è anche l’avversario, non si perde per il modulo. L’aspetto tattico non è la cosa più importante, può incidere l’errore di un giocatore, dell’allenatore, dell’arbitro, o una giocata di un avversario”. Tutto questo polverone era stato provocato dal brusco cambiamento di modulo attuato durante la disastrosa partita contro la Fiorentina schierando la mazzarriana difesa a 3, il centrocampo a 5 e un unico attaccante vista l’espulsione di Miranda.
Dopo il pareggio in casa della Samp di ieri Mancini è tornato a parlare affermando: “I giornalisti domani scriveranno del pareggio arrivato grazie al cambio di modulo e a Perisic largo sulla sinistra”. Anche nella partita di ieri contro la Samp infatti il tecnico ha cambiato modulo, dal 4-3-3 iniziale è passato al 4-2-3-1, con Biabiany, Palacio e Perisic dietro Icardi. Dopo 13′ è poi arrivata la rete del croato, che era libero di correre più largo sull’aut di sinistra. Con l’uscita di Santon, negli ultimi minuti l’Inter apparentemente sembrava di nuovo schierato con il 3-5-2 con Icardi e Perisic davanti.
Dopo la fine della partita e dopo le dichiarazioni non proprio gentili del Mancio verso i giornalisti che lo avevano criticato è arrivata la stoccata anche da parte dell’ex compagno di squadra Gialuca Valli, chiamato in causa dalle precedenti dichiarazioni, che ha affermato: “Se queste variazioni tattiche non hanno nessun valore e nessun peso perché le fanno? Se cambiare a quattro o a tre non incide sul risultato e sulle certezze dei giocatori allora perché farlo?”