Un ormai celebre striscione (polemico) che la Curva Nord aveva esposto per “salutare” l’addio del presidente Moratti, recitava: “Perché chi va via dall’Inter parla sempre bene di Lei ma male dell’Inter?”.
La domanda se la pongono spesso molti tifosi nerazzurri, quando sentono e leggono interviste di ex giocatori dell’Inter, quasi sempre acclamati ed amati e che oggi, tutti presi dall’entusiasmo per una nuova avventura, rinnegano, infamano o semplicemente si dimenticano della loro ex squadra e di ciò che la società di Corso Vittorio Emanuele ha fatto per loro.
Per citare due casi abbastanza famosi basti ricordare le interviste e le frasi pronunciate da Lucio e Muntari dopo le rispettive cessioni.
Ultimi in ordine temporale nello sport “parla male dell’Inter dopo la cessione”, ci sono l’ex numero 10 Kovacic ed il Profeta Hernanes.
Il croato dopo aver fatto attendere la sua maturazione per anni senza alcun successo ed esser stato osannato da moltissimi tifosi senza, a memoria d’uomo, meriti reali, quest’estate è stato ceduto per una cifra monstre ai Galacticos del Real Madrid.
Non si sa come e perché abbia avuto la chance Real, ma così è stato ed ora critica la noia della Serie A, la sua ex squadra in cui quasi viveva in uno stato apatico non potendosi giocare alcun trofeo e critica i suoi precedenti allenatori ed in particolar modo Mancini, rei di non averlo capito e di averlo limitato molto.
Il Profeta, soprannominato così non perché sia il messia che risolve le partite ma perché nelle interviste citava spesso la Bibbia, dopo aver passato anni nei nerazzurri, esser stato lautamente pagato ed esser stato rimesso in sesto dopo infortuni e stagioni in cui non ha lasciato traccia di sé se non per le aspettative deluse, nell’ultima intervista osanna la sua nuova squadra, cita la Lazio ma si dimentica dell’Inter.
Il perché di tanta ingratitudine da due giocatori dimostratisi quantomeno mediocri nel rendimento nella Beneamata è difficile da capire, ma ci piace ricordare campioni che hanno sudato e vinto con la nostra maglia che, anche se non trattati benissimo dalla società di Corso Vittorio Emanuele, portano nel cuore i colori nerazzurri, come ad esempio Djorkaeff, Ronaldo, Simeone, R.Carlos, Thiago Motta, Sneijder e Cambiasso.
Campione veri che un segno l’hanno lasciato eccome, in campo e fuori e che portano nel cuore l’esperienza nella Beneamata.