Il progetto Inter iniziato da Erick Thohir ormai da qualche anno continua a marciare spedito verso il futuro e in questo momento è coinvolto in una delle fasi più importanti per le stagioni prossime, in cui si punterà a far tornare l’Inter grande come nel quinquennio 2005-2010.
La notizia emersa negli ultimi giorni, legata a un’eventuale decisione di Moratti di dire addio definitivamente alla causa nerazzurra dal punto di vista finanziario, potrà svilupparsi in un futuro prossimo in cui l’ormai ex patron dell’Inter potrebbe farsi da parte in maniera totale. Cosa c’è dietro questa scelta? Probabilmente la sensazione, per non definirla certezza, di non essere più centrale nell’organigramma della società ormai arricchito di uomini di grande esperienza e di un curriculum di tutto rispetto a livello internazionale.
Le stesse parole di Moratti rilasciate oggi al termine dell’Assemblea dei Soci: “Non voglio sicuramente rimanere come qualcuno di intoccabile che va contro il progetto della società. E’ bello sentirsi importanti ma se non ti senti più necessario è giusto farsi da parte anche se ancora nulla è deciso”. Parole nette che sanciscono il suo desiderio di uscire dal presente (e dal futuro) dell’Inter dopo tanti anni di passione, amore e spese per questa società.
Un altro passaggio delle parole del petroliere ha grande rilievo nell’espressione del suo stato d’animo attuale: “C’è un rapporto talmente buono con gli azionisti che non si può parlare di rottura dato che la mia disponibilità per essere utile alla società per crescere c’è senza dubbio. Ho visto che tutti stanno lavorando molto bene, Thohir e i soci sono tranquilli e pensano molto alla parte calcistica e questo è molto bello. Anche per questo penso che ormai abbiano l’esperienza necessaria a continuare da soli“. Ecco, forse Moratti si sente in questo momento di aver compiuto in maniera definitiva il suo compito, restando anche come tramite nella fase transitoria fra la sua gestione e quella del tycoon indonesiano.
Dal canto suo lo stesso ET ha espresso grande rispetto nei confronti del suo precedessore: “Rispettiamo Moratti e le sue scelte visto che con tutti i partner lavoriamo per il meglio del club. Vogliamo riportare l’Inter in alto e dunque ci stiamo preparando a ogni evenienza per il futuro attraverso una tabella di marcia che ci faccia trovare pronti a tutto. Ovviamente sarebbe tutto più facile con un ritorno in pianta stabile in Europa ma potranno capitare altre stagioni in cui non ci sia, come questa. E’ un business che vogliamo far crescere“. Qui è il nodo della questione: la nuova Inter è nata nel segno dell’imprenditoria, della voglia di rinnovarsi con un profilo internazionale di nome e di fatto ed ecco perchè la gestione tradizionale e romantica di Massimo Moratti è entrata in apparente collisione con gli attuali piani della società.
E se le quote societarie di Moratti passassero in parte o totalmente a nuovi investitori? L’importante sarebbe comunque l’unità d’intenti per far tornare l’Inter fra i top club del mondo e magari farlo con un progetto uniforme, che veda in tutte le sue componenti uno stesso atteggiamento verso la crescita del club. Certo, il concetto di business sembra non conciliarsi perfettamente con quello di passione calcistica ma i tempi cambiano e in questa fase del ventunesimo secolo occorre una pianificazione economica accurata e una oculata spartizione dei compiti per far ripartire questo motore nerazzurro dalle immense potenzialità.