Eh sì è arrivata anche la Roma! Una squadra unita, compatta, cinica ma soprattutto efficace. Tre punti anche con la Roma, con la corazzata giallorossa, con la capolista. No scusate con la ex capolista, perché stasera l’Inter torna momentaneamente in testa. Il mattatore della serata è l’uomo di Mancini, è l’uomo dal sangue nerazzurro, è il carattere e l’anima e l’umiltà della Benemata, è il nuovo Paul Ince.
Ancora una volta Mancini stupisce tutti, lasciando in panchina capitan Icardi, mettendo ai box (almeno inizialmente) il colosso Kondogbia e stravolgendo per l’ennesima volta i terzini: dentro Nagatomo e udite, udite, D’Ambrosio.
Un primo tempo con una determinazione ed una lucidità impressionante, i terzini a difendere, coprire e proporre, attenti i centrocampisti, con un Brozovic sempre più importante ed uno JoJo sempre imprevedibile e pronto a spaccare in due la difesa avversaria.
Poco dopo la metà del primo tempo, il Pitbull nerazzurro decide di prendersi la scena con tutta Italia, non solo alla Pinetina e con l’allenatore e mette un diagonale millimetrico che l’estremo giallorosso può solo raccogliere in fondo al sacco.
Un secondo tempo più guardingo da parte della banda Mancini, con innesti giusti per dare freschezza e maggior apertura alla squadra, mettendo Kondogbia, Palacio e Ranocchia.
Un Handanovic in gran spolvero ed una coppia difensiva da far venire la pelle d’oca. Murillo-Miranda mette in moto ricordi ed emozioni degne degli anni d’oro. Il tanto cantato miglior attacco della serie A si infrange sul muro nerazzurro. La compattezza della squadra magistralmente diretta da Mancini-Sylvinho fa il resto e mette ko gli 11 di Garcia.
Dopo fiumi d’inchiostro e ore di fiato sprecato per criticare ogni dettaglio di questa Inter, la squadra e l’allenatore si prendono la scena, superano la tanto elogiata Roma e si propongono di disturbare tutti, soprattutto chi vuole giocarsi lo scudetto.
In alto i cuori tifosi nerazzurri, non si scherza più e d’ora in poi si può solo fare sul serio.
C’è voglia di vincere!