Harakiri-Inter, da capolista a quinta in 50 giorni: le cause del crollo nerazzurro

A fine 2015 l’Inter si ritrovava in testa alla classifica, nonostante la sconfitta subita in casa contro la Lazio. Traguardo che nessuno, ma proprio nessuno, si sarebbe mai potuto immaginare ad inizio stagione.

Ma il 2016 ha, purtroppo, riportato le cose nel loro ordine, con i nerazzurri che nelle prime sei giornate del girone di ritorno hanno ottenuto solo sei punti (vittoria contro il Chievo e tre pareggi contro Atalanta, Carpi e Verona) su 18 disponibile. Con, in mezzo, la tremenda sconfitta nel derby per 3 a 0 di fine gennaio.

Insomma, un periodo complicato, per usare un eufemismo, per la banda Mancini. Ma quali sono le cause di questo periodo buio? Partiamo dalla difesa: se nella prima parte di stagione, grazie ad un Handanovic a dir poco strepitoso in più di un’occasione, il reparto arretrato, guidato da uno straordinario Miranda, sembrava quello su cui fare affidamento, ora non è più così. Se prima  fare goal all’Inter era un’impresa difficilissima per gli avversari, ora invece la sensazione è che quella solidità stia venedo a mancare.

Ma un errore è stato commesso anche nel mercato di gennaio, quando si è deciso di acquistare un attaccante, in un reparto che comunque sembrava completo, piuttosto che un centrocampista. Il problema non è Eder in sè, ottimo attaccante per carità, ma è che non era ciò che serviva all’Inter: il rinforzo necessario era assolutamente un centrocampista (Soriano, Banega, o chi volete voi), soprattutto considerata anche la contemporanea cessione di Guarin, non rimpiazzato.

Ultimo, ma non meno importante: sta mancando anche la fortuna. Se questa è stata una componente importante, se non fondamentale, che ha accompagnato Mancini e la squadra nella prima parte di stagione, ora invece è un fattore che manca completamente: si pensi al palo di Icardi nel derby, che forse avrebbe cambiato l’andamento del match. Oppure si veda il goal di Babacar di ieri, al termine di una serie di rimpalli quasi interminabili e che probabilmente ad inizio campionato non sarebbe mai entrato. Certo, troppo facile appigliarsi alla fortuna, ma nel calcio anche questo è un fattore assolutamente da non sottovalutare.

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