Il finale rende amara una serata che ha dell’incredibile, inaspettata non solo per il risultato netto ma per il gioco è soprattutto la grinta. 90 minuti dominati, 70% di possesso palla e tante occasioni anche oltre i gol. Peccato uscire ai rigori, quando sbaglia un sempre generosissimo Palacio. Ma non è questo che conta. Non adesso. Questa partita dovrà essere il momento in cui l’inter ripartirà, riuscirà a svoltare la stagione a due mesi e mezzo dalla fine che se giocati così, saranno assolutamente soddisfacenti.
Roberto Mancini: da Napoli, in coppa Italia, si è iniziato a criticare un allenatore che fino a due settimane prima aveva fatto un miracolo. Effettivamente è sembrato nervoso, in difficoltà anche nelle dichiarazioni davanti ai media. Ma stasera, per zittire chi ha forse parlato troppo, si toglie tanti sassolini dalla scarpa e dimostra che questa squadra, spesso parsa svogliata recentemente, ha tanto dentro ed è stato lo stesso allenatore a tirarlo fuori. Squadra sistemata bene in campo, corta, abile nel far girare la palle e aspettare il momento giusto per affondare. Eder davanti è stata la scelta decisiva, proprio quell’Eder tanto desiderato nel mercato di gennaio.
La dirigenza dopo il match di domenica aveva chiesto una reazione. Zanetti con i soliti toni pacati, Ausilio molto più duro. Il messaggio deve essere arrivato chiaro alla squadra, che è stata l’opposto di 3 giorni fa. Gli stessi due dirigenti, più Stankovic, hanno parlato anche alla Pinetina ai giocatori per caricarli. Così che non si dica più che la dirigenza non è vicina alla squadra. Sembra parole di circostanza ma siamo sicuri che è contato anche questo.
I giocatori poi, sono loro gli eroi della serata. Incredibili Juan Jesus e D’Ambrosio. Perfetto il primo, quasi il secondo che rischia solo un paio di volte. L’eredità di Miranda e Murillo era pesante ma quando c’è la concentrazione giusta, si può andare oltre i limiti personali. Il centrocampo ha dominato per 90 minuti. Con Kondogbia nel primo tempo e anche senza il francese dopo. Ottimo l’ex Monaco nei 45 minuti, ma benissimo anche Medel e Brozovic quando ci si è sistemati con il 4-4-2.
Il cileno a mordere le caviglie di chiunque, il croato invece, autore anche di una doppietta, da cui passavano tutti i palloni. Ogni azione e passata dai suoi piedi. Forse non è proprio il suo ruolo, ma l’ha fatto benissimo stsera.
Poi ci sono gli attaccanti. Ljajic finché c’è stato ha dimostrato che ha quell’estro messo un po’ da parte recentemente. Non da lui, schierato molto meno nelle ultime partite. Ha talento, ha coraggio e sa prendersi la squadra sulle spalle. Ma davanti chi ha fatto davvero la differenza sono sono stati Eder e Perisic. L’italo-brasiliano ha corso fino al ko per crampi, sfinito dopo 112 minuti di movimenti. Può anche non tirare mai in porta, ma far giocare la squadra cosi é encomiabile. Se leggete un riferimento ad altri attaccanti, si c’è.
Perisic non poteva fare di più. Ha fatto ammettire Cuadrado e un Rugani molto in difficoltà, ha fatto gol e consumato la fascia sinistra dimostrando che è un giocatore fondamentale.
Questa partita, Mancini, i giocatori, tutto dimostra che l’Inter non deve necessariamente giocarsi il campionato ma non è neanche quella degli ultimi due mesi. Si riparte da qui, con le prossime 4 partite di cui 3 in casa che come ha detto Thohir sono importantissime. Se l’atteggiamento sarà questo, a San Siro non si passerà, e con la Roma si può scendere in campo con molta più fiducia.
La stagione può essere ancora lunga per raggiungere gli obiettivi, e dipenderà solo dall’Inter. Stasera si esce a testa alta e con lo stesso atteggiamento si dovrà giocare le prossime 11 partite. Ora c’è fiducia e tutte devono temere questa squadra.