Ancora uno stralcio dell’intervista rilasciata da Piero Ausilio a Libero, in cui il DS nerazzurro si è soffermato anche su Kondogbia, rivelando anche qualche aneddoto sul suo arrivo: “Geoffrey è costato 31 milioni più 6 di bonus, la stessa cifra che abbiamo incassato da Kovacic, e noi siamo felici del nostro investimento. Il fatto che i media non concordino, beh, questa cosa è grottesca. A volte con Mancini ci confrontiamo subito dopo le partite: ‘A me è piaciuto molto Kondo’. E io: ‘Anche a me’. Poi andiamo in conferenza e i giornalisti attaccano: ‘Altra brutta prestazione di Kondo…’. Nella valutazione delle sue partite pesa in maniera eccessiva il prezzo del cartellino, che tra l’altro poteva costarci di meno. Con il Monaco avevamo raggiunto un’intesa per 27 milioni più bonus, poi si è fatto avanti il Milan e il prezzo è aumentato. Il ragazzo ha vacillato, in rossonero avrebbe guadagnato molto di più, ma poi lui e la società hanno mantenuto la parola, in fondo lo seguivamo dai tempi del Siviglia“.
Parole di elogio anche verso il capitano, Mauro Icardi: “E’ un professionista esemplare, tra i primi ad arrivare al campo e uno degli ultimi ad andare via, pensa a lavorare e a stare con la moglie e i quattro bambini, non ha grilli per la testa, dice da mesi che all’Inter vuole restare a lungo, la società su di lui vuole costruire i prossimi 10 anni e non a caso è il capitano, eppure quando si parla di lui si dicono solo due cose: ‘Icardi è poco serio’ e ‘l’Inter lo venderà di sicuro'”.
Il discorso poi torna nuovamente sul mercato, autofinanziato, dell’Inter: “Molti non ci credono, ma il nostro mercato è totalmente autofinanziato. Nelle ultime due sessioni abbiamo mosso 28 giocatori: 13 in entrata e 15 in uscita per un bilancio vicinissimo allo zero. Le rate? Sappiamo quello che facciamo. Nel mondo dei media c’è troppa superficialità. Shaqiri, per dire: al Bayern dobbiamo 15 milioni in tre rate, lo Stoke ce l’ha pagato la stessa cifra ma in un’unica soluzione. Questo genere di operazioni ci permettono di andare a caccia di altri giocatori, eppure in giro si dice ‘l’Inter ha buttato 15 milioni'”.
E il buon lavoro fatto in sede di mercato è frutto anche dell’ottimo scouting degli osservatori interisti: “Da noi fa capo a Massimiliano Mirabelli che gestisce dieci osservatori: sono bravissimi. Per Murillo sono stati fondamentali: era un difensore semi-sconosciuto che stava lottando per non retrocedere con il Granada. Mirabelli insisteva e aveva ragione. Un altro prodotto dello scouting è Brozovic. Su indicazione di Mirabelli io e Mancini andiamo a vedere Italia-Croazia a San Siro. Osserviamo Marcelo e in contemporanea ci innamoriamo anche di Perisic“.
Proprio su Mancini, Ausilio è sicuro della sua permanenza sulla panchina nerazzurra a prescindere dal raggiungimento o meno del terzo posto: “Lui vuole restare, noi vogliamo continuare con lui a prescindere dal terzo posto. Non è vero che la completa gestione è nelle sue mani, all’Inter si lavora tutti insieme: società, tecnico, giocatori. Ogni decisione è ponderata con il mister e avallata dal presidente. Non c’è alcuna “dittatura” Mancini. Con Roberto avevamo pensato a Soriano, ma in quel momento la squadra faticava in zona gol. Era previsto un cambio di modulo e abbiamo preferito Eder, un giocatore meraviglioso che ci ha messo pochissimo a entrare in gruppo”.