Aspettando Marotta

Quei maledetti due mesi, quegli incredibili, inspiegabili due mesi maledetti, potrebbero costare all’Inter introiti, mercato in grande stile, marketing, l’Europa dei grandi e soprattutto sfide, di quelle vere, viscerali, passionali.

In realtà queste ultime, i nerazzurri, se le stanno perdendo anche quest’anno per un gennaio ed un febbraio inquadrabili, incommentabili ed incomprensibili. Ed il rammarico aumenta guardando come la squadra sa giocare, la qualità della rosa, l’unità del gruppo ed anche la voglia di vincere che metteva fino a dicembre e rimette dal 1 marzo.

No, scusate l’evidente errore.
Ciò che si voleva dire è che, fortunatamente, l’Inter e le coronarie dei tifosi nerazzurri, almeno per quest’anno sono salve. Il solito, squallido show sta andando in onda.
Non per i malriusciti tentativi di Spalletti di emulare Mourinho e tutti gli show man del calcio e neanche per le innumerevoli critiche e polemiche piovute addosso alla banda Mancini in continuazione e soprattutto quando era in testa al campionato, ma soprattutto perché, per l’ennesima volta, questo show della serie A fa trasalire, per non usare altri termini.

Il copione è il solito. Noto ormai a tutti, anche a chi di calcio non ne capisce nulla.
Vada per gli errori arbitrali che in un campionato ci possono stare, ma vedere nella stessa partita una mancata espulsione, mancate ammonizioni, fischi a dir poco dubbi ed un’incredibile svista del guardialinee perfettamente in linea che fa annullare un gol valido in una partita sentita ed importante come il derby è forse troppo.
Anzi, è talmente troppo da far imbestialire non uno Spalletti qualunque e neppure Mancini, ma addirittura il serafico e mite Ventura.

 

Ma ciò che irrita di più, da sempre, è il lassismo e la magnanimità (sarà questo?) che vengono elargite in abbondanza solo in una direzione. Il messaggio che passa è: “se vesti bianconero puoi fare ciò che vuoi”.
Veder Bonucci appoggiare la sua testa contro quella dell’arbitro ed inveire ad un centimetro dall’orecchio del direttore di gara, fa sorridere oltre a far cadere le braccia a mezza Italia e soprattutto al Napoli che magari (chissà perché?) crede ancora allo scudetto.
Inutile citare su tutti l’esempio di Kondogbia che al termine della gara per un ironico applauso diretto all’arbitro rimediò solamente 3 giornate…

Non ci rimane che aspettare Marotta.
Dopo che l’eclettico dirigente ha messo in scena la pantomima del post Bayern tanto da suscitare sorrisi amari ed incredulità persino in Guardiola, lo aspettiamo a commentare oggi dopo l’incredibile gara contro il Torino.

O magari lo aspettiamo l’anno prossimo, quando (si spera) al posto del Napoli ci potrebbe essere l’Inter ed il copione sarà il medesimo, ma magari farlo passare inosservato sarà più difficile.

Aspettiamo Marotta ed il loro stile,  immaginando però che sia come aspettare Godot.

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