Inter, anche quest’anno fallimento sul piano tecnico: l’analisi

Anche quest’anno, sotto il punto di vista tecnico, il progetto nerazzurro è stato fallimentare.

Sono arrivati tanti nuovi giocatori nelle ultime due sessioni di mercato ma, tranne un paio di casi, hanno tutti deluso. Ecco l’analisi giocatore per giocatore.

TELLES – E’ arrivato all’Inter pieno di belle speranze, dopo aver già avuto Mancini come tecnico al Galatasaray. In patria si parla di lui come il nuovo Roberto Carlos, ma se con l’ex Real Madrid l’Inter fece un errore madornale a cederlo, con il terzino attualmente in rosa non sarebbe poi un così grande rimpianto non riscattarlo. Lacune dal punto di vista difensivo, non male in fase offensiva ma i suoi spunti sono sporadici. Per quello mostrato quest’anno, non vale gli 8.5 milioni del diritto di riscatto.

MURILLO – Il colombiano arrivava da una realtà non proprio nobile del calcio spagnolo, ovvero il Granada. Nonostante la stagione poco esaltante dei biancorossi lo scorso anno, Murillo si è fatto notare per la sua esplosività e per il suo senso della posizione. Si fece notare in particolar modo in un match contro il Barcellona, nel quale riuscì ad annullare completamente Messi. Il suo arrivo all’Inter è stato incoraggiante, con salvataggi al limite e partite fantastiche. Ma, con il calo della squadra, è calato vistosamente anche lui, non riuscendo a garantire la solidità delle prime partite. La nota positiva: pagato 8 milioni,  oggi ne vale almeno 25-30. Una sua eventuale cessione porterebbe ad una plusvalenza enorme.

MIRANDA – Preso per 15 milioni dall’Atletico Madrid, è sicuramente uno dei punti fermi della nuova Inter. Non è più giovanissimo (compirà 32 anni il prossimo 7 settembre), ma proprio grazie alla sua esperienza ha dato sicurezza ad un reparto fragile come quello difensivo. Nonostante abbia steccato anche lui alcune partite (con Fiorentina e Torino espulso, con il Sassuolo causò il rigore nei minuti di recupero), è sempre stato uno dei migliori. Ed è, inoltre, un leader: in assenza di Icardi, è lui il capitano. Pur essendo un classe ’84, la sua strepitosa stagione lo ha fatto diventare oggetto di desiderio di molti top club, su tutti Manchester United e Bayern Monaco.

MONTOYA – E’ rimasto solo sei mesi, giusto il tempo di qualche apparizione, per poi tornare in Spagna. Nei pochi minuti giocati ha fatto capire perché il Barcellona non ha mai creduto in lui: piedi buoni ma l’aspetto difensivo è una cosa che non fa parte del suo bagaglio tecnico.

FELIPE MELO – Leader in campo e nello spogliatoio, ma dal punto di vista tecnico ha lasciato molto a desiderare. Dopo le prime, fantastiche prestazioni, ecco che è venuto fuori il giocatore aggressivo e agitato del periodo juventino. Tanti, troppi errori per poter essere un titolare inamovibile della squadra di Mancini.

KONDOGBIA – E’ giovane, avrà tanto tempo per migliorare. Ma di certo, almeno fino ad ora, non ha dimostrato di valere i 36 milioni spesi dall’Inter per averlo e strapparlo alla concorrenza del Milan. Un solo gol (che valse tre punti contro il Torino, nella gara di andata), qualche giocata sporadica e nulla più, se non tanta lentezza e tiri da fuori imprecisi a dir poco. Ci si aspettava (e ci si aspetta) molto di più da lui.

Ausilio

LJAJIC – Così come Telles, anche lui non verrà riscattato vista l’ormai certa assenza nella prossima Champions League. Genio si, ma soprattutto sregolatezza. Poco impegno negli allenamenti (affermazione di Mancini), troppo poche volte decisivo: gol da 3 punti col Genoa, 2 gol inutili contro il Napoli (uno in Coppa Italia a fine gara con l’Inter che stava già vincendo, l’altro sempre contro i partenopei ma che non evitò la sconfitta) e qualche assist. Poca roba per uno con il suo talento e che ha un riscatto fissato a 11 milioni.

JOVETIC – Incredibile come il montenegrino sia calato rispetto ai tempi della Fiorentina. Inizio col botto (3 gol in 2 partite e 6 punti in cassaforte), poi poco o nulla: gol con l’Udinese con i nerazzurri già in vantaggio, gol a Napoli in Coppa Italia che ha permesso ai nerazzurri di approdare in semifinale. Ma tutto ciò è veramente irrisorio, considerando le sue capacità, il costo del suo cartellino e le speranze che i nerazzurri avevano riposto in lui.

BIABIANY – Arrivato a costo zero, è un giocatore in grado di cambiare le sorti della partita grazie alla sua velocità, dotato anche di spirito di sacrificio. Ma non ha le qualità per poter essere un titolare, tutt’al più un’ottima riserva.

PERISIC – La vera piacevole sorpresa del mercato nerazzurro. Dopo un avvio a rilento, è esploso quasi all’improvviso: gol, assist e tanto sacrificio. Sarà sicuramente un punto fermo dell’Inter del prossimo anno.

EDER – Ultimo acquisto, arrivato nel mercato di gennaio. L’Inter aveva bisogno di qualcuno che la buttasse dentro, chi meglio di lui, visto che in metà stagione con la Sampdoria era arrivato in doppia cifra? Arrivato a Milano, però, è diventato un altro giocatore: tanta corsa ma poco altro. E considerando l’esborso fatto per prenderlo, ci si aspettava certamente di più.

Tanti acquisti, ma soltanto pochi di questi hanno dimostrato di essere da Inter. Quest’estate spetterà nuovamente ad Ausilio rinforzare la squadra, con la speranza che il prossimo anno l’Inter riesca ad essere davvero competitiva, almeno per il terzo posto.

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