Alla fine, è saltato davvero. Non come urlavano i tifosi rossoneri, quando esaltavano il loro nuovo allenatore, felici di avere finalmente un tecnico preparato dopo un paio d’anni di confusione totale, cercando di rendere il più milanista possibile fin da subito, uno che col Milan non era mai centrato nulla.
Sinisa Mihajlovic esonerato da allenatore del Milan, come desiderato da tempo dal presidente Berlusconi, che per i risultati a volte buoni, a volte mediocri, a volte ottimi, non ha potuto farlo prima. 2 punti in 5 partite sono il rendimento perfetto, quello che il Cavaliere aspettava da tempo, per chiudere un rapporto che personalmente non era mai cominciato.
Non è bastato, caro Sinisa, parlare di Inter quasi in tutte le conferenze stampe. Non è bastato fare la corsa sui cugini quando non c’erano altri obiettivi possibili, cercando di convincere tutti che fossi ormai un cuore rossonero. Anche perchè, dal punto di vista obiettivo (quello che è sempre mancato nei giudizi nei tuoi confronti dalla tua ormai ex società), non era affatto necessario doverli convincere. La stagione finora è stata buona, non eccezionale certo, ma giusta. Il Milan parte sulla carta dietro le 5 squadre che lo precedono in classifica ed è li che è stato portato dal tecnico serbo.
A quanto pare però, la voglia di Berlusconi di avere un ex rossonero in panchina, va oltre dei semplici buoni risultati e ti è toccato fare le valigie in anticipo. Se poi l’allenatore è un ex nerazzurro che ai tempi di Catania dichiarò “mai al Milan“, l’ex premier deve aver sofferto molto quest’anno. Non è bastato arrivare (anche con un “pizzico” di fortuna) in finale di Coppa Italia, non è bastato giocarsela alla pari (e anche qualcosa in più) con la Juventus nell’ultimo week end. L’esonero arriva come deciso da tempo, anche se nei modi e tempi forse peggiori.
Quindi Miha ricorda, se mai avrai ancora l’occasione, che non è mai una buona idea vendere l’anima al diavolo.