Marco Branca punzecchiato da Oriali nelle stesse ore in cui la Fiorentina annuncia l’imminente divorzio con Pantaleo Corvino. Coincidenza? Chi lo sa. Certo è che nel calcio le coincidenze sono rare e in pochi tra gli addetti ai lavori ci credono. In un’intervista di ieri Moratti ha rinnovato la fiducia al suo uomo-mercato ( “se tengo Branca è perché lo considero bravo”) ma la sensazione è che siano dichiarazioni di facciata. Dietro le quinte pare che il presidente stia preparando la rivoluzione e il nome sul taccuino sembra essere proprio quello di Corvino.
Proviamo a tracciare un ritratto del probabile nuovo consulente di mercato. Sicuramente in carriera ha dimostrato di avere un certo fiuto per i talenti. A Lecce, per esempio, ha lanciato giocatori del calibro di Bojinov, Vucinic e Ledesma. Era quasi riuscito a far arrivare in salento anche un certo Berbatov, ma l’affare sfumò al momento della firma. La svolta nella sua carriera è segnata dal passaggio alla Fiorentina. I colpi di una certa importanza messi a segno nel capoluogo toscano sono numerosi: Toni, Montolivo, Gamberini e Frey nel primo anno; Mutu nel 2006; Gilardino Vargas e Jovetic nel 2008. Oltre a scoprire talenti una delle doti migliori di Corvino è il saper vendere. Non è una qualità da poco. Lo sanno bene i tifosi juventini che hanno visto arrivare a Torino Felipe Melo per la “modica” cifra di venti milioni.
Ma la carriera di Corvino non è tutta rosa e fiori. Nel 2010 ha venduto capitano e vice-capitano dei viola, Dario Dainelli e Martin Jorgensen, privando la squadra di quella leadership che farebbe molto comodo oggi per uscire dalla crisi. Senza dimenticare gli acquisti dei vari Bolatti, Keirrison, Felipe e Ljajic e la gestione non oculata del talento di Cerci.
E’ quindi l’uomo giusto per un’Inter che vuole tornare al più presto nell’Europa che conta? Oppure è l’uomo giusto solo per scovare qualche talento a basso costo e permettere a Moratti di contenere le spese? Una cosa è certa: prima di scegliere Moratti deve capire bene cosa vuole fare da “grande”. Per tornare a vincere servono soldi. E non pochi.