GdS – Metamorfosi Felipe Melo: da diavolo ad agnellino

Come riporta la Gazzetta dello Sport Felipe Melo sta sfatando luoghi comuni e chiaccherere che da sempre vengono fatti sulla sua cattiveria agonistica.
Se da un lato Daniele Rugani ha subito la prima ammonizione dopo ben 53 gare di serie A, da parte sua il gladiatore nerazzurro contro l’Udinese non ha commesso neppure un fallo.

Insomma in barba ai tanti discorsi, Melo è diventato un agnellino in campo.
In una recente intervista rilasciata a Sky, ha dichiarato: “Se non fossi diventato un cal­ciatore professionista, avrei ri­schiato di diventare un assassi­no perché vivevo in una delle favelas più pericolose dove gi­ravano droga e armi. Ho lascia­to quella vita per andare a lavo­ rare e inseguire un sogno”.

Il brasiliano è un giocatore attaccato ai valori ed al lavoro e non ha mai digerito chi gli rinfaccia di essere un violento sul terreno di gioco. Non a torto ha detto: “Con il Milan mi hanno ammo­nito per un fallo su Balotelli che nemmeno c’era. Ormai mi han­ no inquadrato così… L’unico er­rore che ho fatto è stato il fallo contro la Lazio, sono umano e ci può stare”.

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Da quella serata, esattamente un girone fa, in cui a Melo capitò tutto, fallo da rigore, inter­vento scomposto su Biglia e discussione con Icardi e l’Inter si sciolse come ghiaccio al sole dopo una prima metà da prima della classe, sono cambiate tante cose.

In 9 delle 24 presenze stagionali, secondo i dati Opta, il brasiliano non ha commesso neppure un fallo. E in tre di quelle 9 partite, ha giocato tito­lare: Inter­-Udinese, Ju­ventus-Inter e Inter-Carpi.

Il futuro del centrocampista dovrebbe essere Milano e solo Milano, non si registrano voci e movimenti.
L’unico feeling in Spagna Felipe lo ha con Emery, l’attuale tecnico del Siviglia, dalla Cina non battono ciglio ed il rapporto con il Mancio è ottimo.

 

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