In questi momenti difficili per l’Inter, visto l’esonero di Gasperini e l’imminente annuncio del nuovo allenatore, c’è bisogno di riflettere su cosa non sta funzionando in casa nerazzurra. Il ben servito al tecnico di Grugliasco è la bocciatura chiara e limpida di una decisione presa, non più tardi di tre mesi fa, da Branca, Ausilio e compagnia.
Una scelta che non ha convinto Massimo Moratti, che dopo le brutte prestazioni dell’Inter ha deciso di cambiare il timoniere della barca nerazzurra prima che fosse troppo tardi. Le colpe di questo fallimento, però, non sono nè di Gasperini nè della squadra.
Le colpe sono in primis del presidente che negli ultimi tempi ha commesso errori decisivi nella gestione societaria: il più grave è la rinuncia, nell’estate del 2010, al sommo Gabriele Oriali, noto ai tifosi come Lele o Piper (soprannome coniato per lui da Gianni Brera).
Oltre a essere stato una grande calciatore, Oriali ha avuto la capacità di confermarsi a grandi livelli anche come dirigente. Il suo ritorno dietro la scrivania in casa Inter risale al 1999. Ha ricoperto contemporaneamente diversi ruoli: intermediario tra squadra e società, dirigente accompagnatore e, soprattutto, consulente di mercato. Grazie a lui sono arrivati in nerazzurro giocatori come Maicon, Julio Cesar, Cambiasso, Stankovic, Thiago Motta, Milito, Figo e altri. Nei momenti difficili Oriali ci ha messo sempre la faccia, cercando di fare da chioccia a squadra e tecnico. Oriali sapeva come muoversi sul mercato e ha sempre avuto occhio per giovani talenti, puntualmente trasformatisi in campioni affermati.
L’importanza di un uomo di calcio come Oriali è indubbia. Ha coperto e coadiuvato Mourinho nelle sue battaglie contro stampa e arbitri, ha protetto la squadra in molte circostanze e ha capito anzitempo quando l’avventura nerazzurra di alcuni giocatori importanti era finita.
In questo momento delicato e fondamentale, Lele Oriali è davvero l’uomo che manca per cominciare a ricostruire una grande Inter.