GdS – “Io sono leggenda”. Ibra ha parlato, mezzo mondo si illude e Milano sogna

Dopo un lungo tira e molla, tra una battuta di Ibrahimovic sulla Torre Eiffel ed una risposta della proprietà, tra parole a mezza bocca pronunciate da Raiola ed un fitto mistero, finalmente si è palesato il futuro del gigante di Malmoe.

O per meglio dire, come riporta La Gazzetta dello Sport, ne sappiamo solo una parte, per stessa ammissione del giocatore. Zlatan è tornato a parlare, ha chiarito il concetto e lo ha fatto a modo suo.Schermata 2016-05-14 alle 09.14.11 In un cinguettio di Twitter ha scritto “Domani sarà la mia ultima partita al Parco dei Principi. Sono arrivato da re e me ne vado da leggenda”.

Il messaggio è chiaro, come è chiara la considerazione che l’attaccante continua ad avere di sé.
E se ora andrà via a parametro zero, il suo cachet rimarrà di 12 milioni di euro netti all’anno. Mezzo mondo stava aspettando le sue parole. Ibra lo vogliono tutti, dagli Usa, alla Cina, passando dagli arabi ad arrivare ovviamente in Europa.

In Mls lo vorrebbero in tanti e la pista che porta a Los Angeles potrebbe essere quella giusta. Non mancano voci da Dubai e dagli Emirati Arabi e pochi mesi fa dalla Cina era arrivata un’offerta al giocatore pari a 70 milioni euro.

Ma sembra che Zlatan abbia confidato agli amici che prima di spostarsi così lontano, America o Cina che sia, vorrebbe prima vincere ancora qualcosa in Europa. Ovviamente i primi indiziati sono molti club della Premier che farebbero follie per avere l’attaccante svedese, ma non si può dimenticare la passione dei coniugi Ibrahimovic per Milano, tanto da aver ancora nel capoluogo lombardo un appartamento. I costi per le due milanesi sarebbero proibitivi, ma i soldi freschi portati dai nuovi investitori cinesi, potrebbero agevolare l’operazione.

Mancini anche ieri nell’ultima conferenza stampa ha lasciato più di una porta aperta ed ha elogiato ed allacciato lo svedese, magari sperando anche lui come, milioni di tifosi nerazzurri, che il sogno di un ritorno possa realizzarsi.
Perché, come ha detto il tecnico jesino, “uno come lui in Italia fa la differenza e fa vincere gli scudetti…”.

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