Ospite ai microfoni di Inter Channel, il tecnico dei nerazzurri Roberto Mancini ha tirato le somme della stagione 2015/2016 e rivissuto l’annata appena conclusa, ripartendo dal ritiro estivo: “Le partite di precampionato contano fino a un certo punto, soprattutto quando vai a giocare subito contro squadre come Bayern Monaco e Real Madrid. Credo sia molto meglio giocare questo tipo di partite, servono molto di più alla squadra anche se il risultato non conta”.
“Lo scopo della pre-season è quello di dare un buon fondo alla squadra, poi ognuno ha le proprie idee in merito. Giocare partite di prestigio serve anche ai giocatori più giovani”.
A inizio campionato la musica cambia e arriva una buona striscia positiva in termini di risultati: “Abbiamo iniziato bene ed è stato molto importante. Era difficile avere un gioco ben definito perché avevamo cambiato tanti giocatori che dovevano conoscersi. Abbiamo subito pochi gol e partire così regala consapevolezze alla squadra. Abbiamo anche chiuso in attivo il mercato e pur essendo in testa alla classifica qualcuno ci ha criticati. Al di là del primo posto e dei pochi gol, credo che la stagione sia iniziata molto bene”.
Vittorie con Milan e Roma, pareggio casalingo contro la Juventus, il passo falso con la Fiorentina. Negli scontri diretti l’Inter c’è: “Noi abbiamo cambiato molto, tutti facevano parte della squadra e si sentivano partecipi di questo buon momento di inizio stagione. Nelle prime 19 giornate abbiamo fatto molti punti. Lo 0-0 contro la Juventus fu giusto. Come si è visto poi hanno infilato una striscia di vittorie incredibile”.
L’ampio turnover, specie ad inizio stagione, ha fatto molto discutere: “In Italia sembra essere lo sport preferito, perché si è criticato anche chi ha cambiato pochissimo come Sarri. Fa parte del nostro lavoro, bisogna accettarlo. Noi siamo una squadra in costruzione perciò era difficile pensare che l’Inter potesse vincere il campionato”.
“A volte poi capitano dei momenti difficili che vanno accettati, l’Inter ha raggiunto il quarto posto facendo un numero di punti che negli ultimi 10 anni hanno quasi sempre valso l’accesso alla Champions League. Negli altri campionati europei squadre che hanno fatto tanti punti quanti i nostri sono arrivate seconde o terze”.
Le sconfitte contro la Lazio prima della sosta ed il passo falso contro il Sassuolo al rientro aprono un periodo difficile per i nerazzurri: “Io direi contro l’Atalanta. Ci sono state una serie di partite in cui avremmo dovuto fare molto di più, contro Lazio, Carpi, Sassuolo… Però in mezzo c’è stata anche al vittoria di Empoli”.
L’ottimo finale di stagione riparte invece “dalla vittoria contro la Sampdoria, poi è arrivato quel 3-0 in TIM Cup”, prosegue il tecnico. “Poi Torino e Genoa sono state le due partite che avremmo dovuto vincere”.
Andare avanti in TIM Cup avrebbe dato un sapore diverso alla stagione: “In quella partita abbiamo avuto anche tante possibilità di fare il quarto gol. Perdere poi ai rigori è stato un rammarico, perché avremmo meritato la finale e giocarsela sarebbe stata una bella cosa per i ragazzi e per chiudere la stagione in un certo modo”.
Il terzo posto sfugge, forse definitivamente, a Roma: “Avessimo vinto quella partita qualcosa sarebbe cambiato. Forse avremmo potuto chiudere la partita, la Roma alla fine ha pareggiato più che meritatamente per le occasioni avute dal 70′ in poi”.
I nerazzurri sono stati protagonisti di ottime partite soprattutto contro il Napoli in TIM Cup e nella gara di San Siro. Napoli che ha poi chiuso la stagione al secondo posto, segno che contro le cosiddette grandi, l’Inter di Mancini ha giocato alla pari: “Solo contro la Juventus a Torino siamo andati sotto, ma per qualche episodio concesso da noi. Tra quelle che ci hanno preceduto in classifica non abbiamo mai avuto nessun tipo di problema, significa che la squadra ha una buona base. Non tutte le cose sono negative come molti vogliono far pensare, credo sia la strada giusta per ridiventare una squadra che possa lottare per lo scudetto”.
“L’Inter merita di giocare la Champions League per il club che è, al di là di giocatori e allenatori. C’è il dispiacere di non esserci riusciti ma anche la consapevolezza che la squadra ora ha una base e se noi riusciremo a mettere qualcosa in più, sbagliando il meno possibile, credo che siamo abbastanza vicini. I giocatori però li puoi valutare solo quando li alleni, solo in quelle circostanze si capisce se un giocatore può indossare la maglia dell’Inter, che è pesante. Giocare a San Siro è ancora più difficile”.
Sul portare la maglia dell’Inter: “L’Inter è un grande club, con una storia di oltre 100 anni costellata di grandi vittorie. La maglia dell’Inter è stata indossata da fuoriclasse mondiali. Ora è il momento di inserire alcuni giocatori con queste caratteristiche che possano aiutare questi ragazzi che sono ancora giovani, pur avendo grandi qualità. Sono fiducioso, questa squadra negli ultimi mesi ha messo delle buone basi”.
“I giocatori sono sempre 11, anche se cambi modulo. È anche giusto che ognuno abbia la sua idea, però chi critica o elogia deve anche essere cauto. È giusto che si possa esprimere un parere, ma a volte ho visto troppe critiche per chi fa questo lavoro da anni”.
Il #DerbyMilano è ormai un prodotto mondiale: “Spero si possano tornare a giocare derby di altissimo livello, sarebbe bello se entrambi lottassimo per lo scudetto. Credo sia la cosa più bella per la città”.
In chiusura, un punto sul mercato non solo dei giocatori, ma anche delle panchine: “Quando venni all’Inter nel 2004 avevamo giocatori molto bravi che però non vincevano da anni. In due anni, nonostante avessimo una squadra molto più pronta siamo riusciti ad aprire un ciclo. Ora è passato un anno e mezzo, non cinque. Qualche errore si può ancora fare. Un allenatore sente quando una squadra sta arrivano… io penso che ci sia, ora dobbiamo inserire quei 2-3 tasselli per un ulteriore salto di qualità”.
“Questo non vuol dire che sia un processo automatico. Il Leicester ha vinto la Premier League e tutti davano Ranieri tra i primi esonerati. Invece è sempre stato un bravo allenatore anche se tutti lo esaltano solamente oggi. Nel calcio non si sa mai, noi dobbiamo lavorare e migliorare ancora”.
Fonte: inter.it