Figlia d’arte del mito Giacinto, Barbara Facchetti è capo delegazione della Nazionale femminile di calcio. Sarebbe dovuta essere supervisor di Casa Azzurri, ma a causa di un incidente in bicicletta, ha dovuto rinunciare, ma si è fermata a parlare ai microfoni della Gazzetta dello Sport.
Alla Rosea ha detto: “Questa Italia mi piace moltissimo. Abbiamo ritrovato l’orgoglio nazionale che mancava da tempo. In alcuni azzurri rivedo l’attaccamento alla maglia di papà. Ad esempio in Buffon ma soprattutto in Giaccherini che è pure interista. Ha dato tutto per guadagnarsi la convocazione e ora sta ripagando la fiducia di Conte”.
Infine è passata a paragonare l’Italia di Conte all’Italia del passato, che le raccontava suo padre: “Ricordo l’espressione di fatica sul volto di mio padre ogni volta che raccontava Italia-Germania 4-3. Gli tornava addosso tutta quella sofferenza fisica che era costata quella partita. Ecco, anche questa è una Nazionale da fatica”.
All’Europeo 1968, l’unico vinto dalla nazionale azzurra e celebre per il lancio della monetina contro la Russia, suo padre c’era: “Papà mi raccontò quello che successe dopo la semifinale di Napoli tra Urss e Italia e mi assicurò che era stato più stressante della partita e molto più complicato di un gol. I capitani e gli allenatori andarono in uno stanzino con l’arbitro. Il c.t. sovietico scelse per primo le figure mitologiche, ma papà si oppose perché loro avevano già scelto palla o campo. Si prese Ercole. La monetina rotolò per terra ed Ercole trionfò. Quando andò nello spogliatoio per comunicarlo agli altri, per la gioia sfondò la porta ma Burgnich rimase impassibile, già lo sapeva come sarebbe andata…”.