Schietto, sincero e senza peli sulla lingua. Samir Handanovic si conferma un personaggio che non si nasconde dietro dichiarazioni di comodo o banali. Il portiere dell’Inter ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport in cui parla dei suoi suoi primi 4 anni in nerazzurro e delle ambizioni future.
Come si sente al quinto anno di ritiro?
“Bene, l’importante è la salute e mi sto allenando bene e sono anche concentrato con la testa”.
Handanovic, è giusto considerarla il leader di questa squadra?
“Lo dovete dire voi e i tifosi. Non mi piace tanto parlare di me stesso”.
Che bilancio fa delle sue prime 4 stagioni a Milano?
“Non sono andate come me le aspettavo e non sono soddisfatto. Se dicessi il contrario, sarei un bugiardo. Ero in una grande squadra come l’Inter, pensavo di vincere, ma non ci sono ancora riuscito”.
Cosa è mancato?
“Una serie di fattori non ci hanno permesso di arrivare dove volevamo: ci sono stati due cambi di proprietà, molti giocatori che sono arrivati e poi sono partiti, una generazione di campioni che ha smesso, allenatori che sono stati sostituiti e altro ancora. Per formare una squadra ci vogliono 2-3 anni di lavoro tutti insieme e quando ci sono tanti cambi, i tempi inevitabilmente si allungano. Io non credo ai miracoli della notte. Sono necessari degli anni per costruire fondamenta vincenti”.
E’ deluso da non aver ancora giocato la Champions?
“Pensavo di farlo con l’Inter, ma rimane un mio obiettivo”.
Se ripensa alla scorsa stagione, che rammarichi ha?
“A dicembre non abbiamo capito dove eravamo e cosa avevamo fatto. In due mesi (gennaio e febbraio, ndr) abbiamo buttato via tutto, eppure le avversarie di agosto-settembre e di gennaio-febbraio erano le stesse. La realtà è che abbiamo sbagliato partite che non dovevamo sbagliare e tutto è diventato complicato”.
Dopo Inter-Empoli dello scorso maggio lei disse: “Il futuro? Ho un contratto, ma nel calcio non si può mai sapere”.
“Non volevo allarmare nessuno e non credo di aver detto una cosa fuori luogo. Dipende da come si vuole interpretare. Io sono chiaro, leale e sono fatto di carne e di sangue”.
Il suo nome anche adesso a volte circola sul mercato. Handanovic giocherà nell’Inter nel 2016-17?
“Penso di sì, ma il calcio e il mercato sapete come funzionano. Non mi piace fare promesse”.
Dopo gli acquisti di Pjanic, Dani Alves e Benatia è giusto dire che la Juventus ha ulteriormente allargato il gap rispetto all’Inter e alle altre?
“Sì. Non voglio giudicare il mercato degli altri, ma mi limito a dire che hanno preso calciatori bravi dopo che lo scorso anno hanno vinto lo scudetto nonostante 15 punti di svantaggio accumulati dopo 10 giornate. Credo che adesso i bianconeri siano più forti rispetto a 12 mesi fa”.
Crede che l’Inter possa competere per lo scudetto con i bianconeri?
“L’Inter deve sempre puntare al massimo, ma poi bisogna vedere come finirà il mercato. E non firmo per il terzo posto: nel calcio non si sa mai”.
Cosa pensa dei nuovi acquisti Banega, Erkin e Ansaldi?
“Sono bravi, ma i giocatori vanno visti e giudicati all’interno di una squadra. Diamo loro il tempo di lavorare e di inserirsi”.
In queste prime due settimane ha visto un Mancini diverso rispetto al passato?
“No, con noi è sereno come sempre”.
Che effetto le fa sapere che il club è in mano a un gruppo cinese tanto forte economicamente?
“Il mondo è diventato globale e il calcio si sta adeguando. In altri Paesi è già successo e adesso tocca anche all’Italia”.