Dopo il test contro il Real Salt Lake City, un giornalista ha chiesto a Mancini novità sul fronte mercato, soprattutto riguardo Joao Mario e Lamela. La riposta del tecnico nerazzurro è stata tagliente (“Non è il mio lavoro, non o quello che succederà“) e il suo malcontento sulle operazioni di mercato è evidente.
L’allenatore dell’Inter non ha nemmeno cercato di nascondere la propria amarezza, come era successo a Riscone qualche giorno fa, perché sente di essere escluso dalle decisioni prese dalla dirigenza che non ha chiesto il suo parere ma ha agito per conto proprio, bocciando i profili dei calciatori richiesti dal Mancio. Una condizione, quella del tecnico di Jesi, di emarginato in casa propria, che a lui proprio non va giù.
Ieri a Portland c’è stato il primo incrocio tra Mancini e Thohir che, sebbene azionista di minoranza, ha il compito di trasmettere tutti gli input dei cinesi all’ambiente interista. Il faccia a faccia vero e proprio si avrà probabilmente sabato, quando si dovranno sciogliere parecchi nodi: dalle scelte di mercato alla volontà di Mancini di avere un contatto più diretto con la nuova proprietà e di essere reso partecipe alla vita del club.
I dirigenti Suning arriveranno lunedì (mentre in giornata è arrivato il corporate director Williamson), sebbene sia in dubbio la presenza del capo Zhang Jidong, e nello stesso giorno anche i dirigenti in partenza dall’Italia, come il ds Ausilio. Nota a margine: il 28 luglio l’Inter è stata invitata dall’Onu per testimoniare l’importanza del calcio nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (grazie al progetto Inter Campus, attivo da anni).
(Fonte: Corriere dello Sport)