Josè Mourinho è tornato a parlare di Inter e lo ha fatto nel corso di una lunga intervista concessa in esclusiva al Corriere della Sera, in cui ha raccontato alcuni retroscena della sua carriera da allenatore.
Di seguito vi proponiamo le dichiarazioni più interessanti rilasciate dallo Special One in merito alla sua avventura sulla panchina nerazzurra.
Josè, pare che i giocatori dell’Inter sentano ancora la sua mancanza…
“E loro mancano a me. All’Inter c’era un gruppo fantastico, incredibile. Non ho sentito, non ho mai sentito, assolutamente mai sentito, una famiglia come quella”.
“Zero tituli”, “Il rumore dei nemici”, certe uscite in conferenza stampa erano pianificate?
“Io pianifico sempre le conferenze stampa. Quando c’è la partita sono focalizzato sulla partita, quando c’è l’allenamento sull’allenamento, quando devo parlare so esattamente quello che devo dire”.
In particolare, la frase “zero tituli” è diventata un mantra in Italia. Come è nata?
“Eravamo in un momento cruciale della stagione, potevamo vincere tutto o niente, Roma, Juve e Milan ci inseguivano in campionato. Noi dovevamo giocare la finale di Coppa Italia con la Roma e in Champions eravamo ai quarti, ancora lontani dal vincerla. Avevo bisogno di mettere un po’ di pressione sugli altri e fargli capire che poteva succedere a loro di vincere zero titoli”.
Ed è accaduto. Quando si è reso conto di aver creato un tormentone?
“Un paio di giorni dopo la conferenza stampa, arrivo ad Appiano Gentile e al cancello vedo un gruppo di ragazzi che vendeva magliette che mi corre incontro e mi lancia tre t-shirt attraverso il finestrino aperto. ”Mister, mister, grazie”, mi dicono. ”Grazie di cosa?”. Mi mostrano la maglietta con la foto delle manette e la scritta ‘zero tituli’ e dicono ”ne stiamo vendendo tantissime”. ”Mi fa piacere” ho risposto”.
Bei tempi, quelli dell’Inter. Le cose ora sono un po’ cambiate…
“Lo so. Sono il primo tifoso dell’Inter”.
Questo lo ha sempre detto. Ha anche detto che l’Inter è la sua casa e prima o poi a casa si ritorna.
“È vero, l’ho detto”.
Più di un tifoso nerazzurro spera che questo ritorno sia più prima che poi…
“Se è un modo per chiedermi del mio futuro, rispondo che è un argomento su cui non c’è nulla da dire. Ho altri due anni di contratto con il Real e non ho mai detto che non sarei rimasto a Madrid”.
E se dovesse ricordarne una, di discussione, quale ricorderebbe?
“Forse quella con Ibrahimovic, l’unica che ho avuto con lui. È durata 5 minuti. Lui voleva andare al Barcellona per vincere la Champions, io ero arrabbiato con lui e gli dicevo: stai qui e vincila con l’Inter”.
Fonte: corriere.it