Hakan Sukur nei guai: mandato d’arresto da parte del governo turco contro l’ex nerazzurro

Anche l’ex centrocampista nerazzurro Hakan Sukur è finito nel mirino della repressione seguita al fallito colpo di stato in Turchia secondo quanto riportato oggi da Repubblica. Un mandato d’arresto nei suoi confronti è stato spiccato nell’ambito delle epurazioni contro gli ambienti vicini al predicatore Fethullah Gülen.

L’ex nazionale, che dopo aver lasciato l’attività agonistica si è dato alla politica, è accusato di essere “membro di un gruppo terrorista armato”, espressione con cui il governo di Ankara si riferisce all’organizzazione che Gülen capeggia dall’esilio statunitense. Organizzazione che il presidente Erdogan e i suoi sostenitori hanno indicato come responsabile del tentativo di golpe del 15 luglio. Il 16 giugno si era aperto a Istanbul un processo a carico dell’ex calciatore, accusato di aver “insultato” Erdogan su Twitter. In quell’occasione l’avvocato difensore, Ali Onur Guncel, aveva annunciato il trasferimento dell’ex calciatore negli Usa.

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Hakan Sukur, 44 anni, entrò nel calcio che conta nel 1992 con il Galatasaray e tra il 2000 e il 2003 giocò nell’Inter e nel Parma. Ha chiuso la sua carriera nel 2008 con il primato di gol segnati nella massima divisione turca, 249. Con 51 reti in 112 partite è recordman della nazionale turca e detiene anche un particolare primato: realizzò il gol più veloce segnato in un Mondiale: nel 2002 in Corea del Sud, dopo 10,8 secondi, proprio contro i padroni di casa, battuti poi 3-2 dalla Turchia nella finale per il terzo e quarto posto.

Appesi gli scarpini al chiodo, entrò in politica candidandosi con il Partito per la giustizia e nel 2011 fu eletto deputato. Due anni dopo, quando il leader di Ankara ruppe con Gülen, lasciò l’Akp. Non ha mai nascosto le sue simpatie per il predicatore che ora vive negli Usa, ma nega qualsiasi coinvolgimento nel fallito golpe: adesso però lo attende la battaglia legale avviata dal governo della sua terra.

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