Leonardo Morosini è il talento della Serie B, trequartista col Brescia ma un cuore nerazzurro, con emozione intensa intorno al 31 agosto quando è stato vicinissimo a coronare il sogno di giocare con l’Inter grazie all’apprezzamento di Suning, appuntamento rimandato al futuro per uno che in passato è stato nel vivaio interista e raccattapalle a San Siro.
Morosini si racconta al Corriere dello Sport, spiegando la sua fede tra Brescia e Inter, due squadre rivali ma anche molto vicine: “Sinceramente sono contento di essere rimasto perché il Brescia per me è una seconda famiglia. Compresi gli anni nelle giovanili sono qui da 8 stagioni e mi trovo alla grande. Poi, come è normale, le voci le ho sentite anche io, ma non ho mai avuto l’intenzione di andarmene.
“Tifo per l’Inter da quando sono bambino, ho giocato nel settore giovanile nerazzurro fino ai Giovanissimi Nazionali e ho fatto il raccattapalle a San Siro dagli anni di Mancini fino a quello del triplete con Mourinho. Come potete capire a quei colori sono molto legato. L’emozione più difficile da dimenticare è stata Inter-Sampdoria 3-2 (9 gennaio 2005, ndr) con la rimonta negli ultimi 6 minuti firmata da Martins, Vieri e dal Chino Recoba. Per un bambino di 9 anni è stato un qualcosa di favoloso vedere la propria squadra passare dallo 0-2 al 3-2. Potrei però citarvi tanti altri episodi perché con l’arrivo di Mancini l’Inter è tornata a togliersi soddisfazioni”.
Da bambino affiorano anche i ricordi degli incontri con i campioni: “Di molti ho preso anche l’autografo, a San Siro o la volta che sono stato in visita alla Pinetina. Quell’anno c’era anche Adriano, una forza della natura. Ho visto giocare grandi Inter, squadre che vincevano trofei uno dietro l’altro, e campioni incredibili. Visto il ruolo, mi ispiro a Sneijder, un numero 10 che faceva il numero 10 e che decideva le partite con le sue giocate. Il mio idolo però è sempre stato e rimane Roberto Baggio. Ho letto anche la sua autobiografia e mi ha insegnato molto.
Baggio e Snejider, numeri 10 che sembrano categoria in via d’estinzione: “Non ce ne sono rimasti molti in circolazione. A me piace Saponara per la continuità con cui interpreta il ruolo in entrambe le fasi”.
Morosini che si definisce tatticamente così: “Posso fare indifferentemente sia la mezza punta sia il trequartista. Largo a sinistra nel tridente mi sento più escluso, ma posso imparare e quando c’è da dare una mano alla squadra, non mi tiro indietro. Non esiste un calciatore che non punti a giocare in una grande squadra e io non faccio eccezione. Adesso però il mio sogno è andare in Serie A con il Brescia. Lo dico a bassa voce perché prima dobbiamo pensare a conquistare la salvezza. Quando l’avremo assicurata, vedremo dove sarà possibile arrivare. “Io sto bene qui e spero che questo sia l’anno della mia consacrazione dopo le 8 reti della passata stagione. Posso migliorare sotto tanti aspetti. Mi valutano 2,5 milioni? Di sicuro è una cifra importante per un ragazzo come me. Se sono rimasto qui, vuol dire che nessuna società di Serie A ha creduto in me a sufficienza per investire questa somma. Darò il massimo per il Brescia e dimostrerò tutto il mio valore”.
L’obiettivo futuro è San Siro, ma Morisini ci va cauto: “Staremo a vedere. Il mercato è strano, ma io sono tranquillo. So di avere appena 20 anni e davanti a me ho una lunga carriera. Nella mia mente ho chiaro dove voglio ad arrivare. Sono stato convocato per la gara dell’Under 21 contro l’Albania (10 agosto scorso, ndr), ma non ero al top per un problema al retto femorale e il ct Di Biagio non mi ha utilizzato. Spero di avere un’altra opportunità”
Appuntamento dunque a Milano per Morosini con promessa: “Magari verrò ad assistere a qualche partita, non più da raccattapalle. Il resto lo vedremo in futuro”.