Gregucci: ”Scelta di Mancini accettata serenamente. In Italia troppa fretta sul nostro lavoro”

Intervenuto ai microfoni dell’emittente radiofonica reggina Radio Touring 104 nel corso del programma ‘Tutti i figli di Pianca’, Angelo Gregucci e’ tornato sull’addio di Roberto Mancini all’Inter, una decisione che ha coinvolto direttamente anche lui dato che per qualche giorno ha ricoperto l’incarico di assistente: “L’unica cosa che ho detto a Roberto è che qualsiasi decisione avesse preso l’avrei chiaramente rispettata. La scelta di concludere il rapporto con l’Inter è stata abbastanza serenamente con la società. Ovviamente speravo che il matrimonio potesse proseguire visto che ero solo all’inizio di questa avventura con i  nerazzurri ma nel nostro lavoro questi tipi di situazioni sono una cosa per il quale qualsiasi allenatore sa di conviverci”.

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Poi un appunto tagliente sulla mentalità nostrana: ”La tendenza di ‘mangia-allenatori’ fa parte della nostra cultura. C’è una visione un po’ diversa delle varie componenti. I calciatori sono predominanti e si ha fretta nelle scelte, una volta la pazienza era fondamentale, ora nessuno ne ha e dopo due-tre domeniche si predono già drastici provvedimenti quando magari la situazione potrebbe essere risolta qualche settimana più avanti con lo stesso gruppo di persone”.

Il problema di fondo Gregucci lo spiega così: “Per me un allenatore può avere poche colpe dopo qualche settimana. Si tratta di una questione di visione d’insieme e progettualità: nel ritiro ad esempio, all’inizio e a mercato in pieno fermento, la costruzione della squadra è ancora in alto mare. Non ci sono squadre già a luglio con un progetto già delineato e organizzato, si aspettano gli ultimi giorni di mercato e si parte tra Coppa Italia e prima di campionato ancora non pronti completamente. Conseguentemente, magari, si parte male e si perde la pazienza”.

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