L’importanza di saper comunicare: ora de Boer capisce e si fa capire

Negli ultimi anni, quando sulla panchina dell’Inter si sono avvicendati allenatori stranieri, i tifosi nerazzurri si sono sempre posti sempre le stesse domande: ora che lingua parlerà il nuovo mister? Sarà in grado di capire il campionato italiano? E sarà soprattutto in grado di farsi capire dai suoi uomini? Questi numerosi interrogativi non hanno risparmiato nemmeno Frank De Boer, ormai sulla panchina dell’Inter da poco più di due mesi e “buttato nella mischia” a pochi giorni dall’inizio del campionato.

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Le fatiche iniziali, sia sul campo che fuori, potrebbero essere diventate, nel giro di una settimana, solo un brutto ricordo per De Boer: dalla presentazione del 9 agosto sotto i ponti ne è passata di acqua, necessaria a trasformare il suo inglese in un ottimo italiano, conservando comunque la chiarezza delle sue idee e lo spirito combattivo, come dimostrano le recenti dichiarazioni. “Sabato ero quasi morto, ora mi parlate di scudetto. Era solo una partita, la stagione è lunga“. Una frase non necessaria, viste le precedenti dichiarazioni di Ausilio: ma il tecnico olandese ha voluto rimarcare la solidità della sua panchina, del suo lavoro all’Inter e nella sua fiducia nella squadra. E guai a criticarlo, come fatto Allegri nel post-partita del Derby d’Italia. “Per Allegri Inter-Juventus è stata la partita più brutta degli ultimi 30 anni? Forse per loro, noi abbiamo giocato bene e abbiamo vinto“.

Nel giro di 50 giorni, insomma, l’allenatore olandese è diventato già un veterano del nostro campionato, come in precedenza a Milano si è visto solo con l’arrivo di Josè Mourinho all’Inter. Guarda caso, anche De Boer è dovuto subentrare al tecnico di Jesi sulla panchina nerazzurra. E se il portoghese ha avuto mesi di tempo per imparare l’italiano per poi presentarsi alla conferenza stampa già con una buona proprietà lessicale, l’olandese si è dimostrato uno che impara in fretta l’Italia dal punto di vista calcistico e mediatico, davanti ai microfoni ma anche all’interno del rettangolo di gioco.

Si, perché gli ultimi giorni sono proprio una testimonianza del suo miglioramento anche dal punto di vista della comunicazione con i suoi giocatori. Il De Boer rimasto seduto, impassibile e immobile, in panchina contro il Chievo ha lasciato spazio alla grinta e alla combattività mostrata nelle doppie rimonte con Pescara e Juventus. E se inizia anche a farsi capire perfettamente dai suoi giocatori, a mettere in pratica il suo dettame di gioco e ad ottenere risultati, come pare stia proprio iniziando a fare, ci sarà sicuramente da divertirsi.

Forse, in fin dei conti, questo Frank non è proprio “Di Burro”. E, forse, non è nemmeno pirla…

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