Nell’estate dei tormentoni Antonio Candreva e l’Inter si sono presi e persi più volte, merito dell’astuzia di Claudio Lotito ma anche una voglia matta dell’esterno di fare un salto di qualità in carriera.
La Gazzetta dello Sport racconta la gavetta fatta da Candreva per arrivare a grandi livelli, Ternana, Udinese e Livorno prima, poi un assaggio di Juventus, quindi Parma, Cesena e Lazio, dove pareva restar a vita e dedicare ai biancocelesti gli anni migliori.
Una Coppa Italia vinta contro la Roma e una fascia da capitano che lo eleggevano a intoccabile, poi qualcosa tra Candreva e Lotito si è rotto e pian piano il lungo corteggiamento di Mancini ha dato i suoi frutti anche se, scherzi del destino, una volta ritrovati all’Inter non hanno mai lavorato insieme.
C’è tanto Antonio Conte sul presente di Candreva, perché se quello che nel vecchio calcio era il numero 7 oggi è maturo molto si deve all’ex c.t. della Nazionale, dove il giocatore dell’Inter è stato intoccabile, in un biennio con 20 presenze, 5 gol, ma solo 120 minuti ad Euro 2016.
L’Inter proprio dopo la vetrina europea ha dato l’accelerata decisiva, accontentando Lotito che pretendeva da subito 25 milioni e l’erede di Di Livio e Camoranesi come uomini di fascia che garantiscono la doppia fase ha subito sposato il nerazzurro. Con De Boer la stima è assoluta, perfetto per il 4-2-3-1, ha dopo l’aspetto tecnico anche generosità, professionalità, intelligenza e disponibilità, cose che in sette gare lo ha fatto apprezzare sopratutto da Mauro Icardi, poiché il capitano finalmente si vede recapitare tanti cross e tanti palloni giocabili.
A Candreva manca solo il gol ma è un’astinenza che potrebbe terminare già da domani in coppa, perché per De Boer lui è inamovibile, gli altri dieci giocatori possono invece attendere.