Viene quasi da prendersi male pensando di dover (per l’ennesima volta) assegnare il “prestigioso” premio di peggiore in campo ad Andrea Ranocchia. È stata una dura lotta, di quelle che sino all’ultimo ti fanno restare col fiato sospeso ed in apnea, in attesa che qualcosa di strabiliante (ovviamente in negativo) accada per sancire il “vincitore”.
A spuntarla è stato il centrale ex Bari che, dopo una prestazione delle “sue”, condita da immemorabili errori in fase di appoggio, mancati raddoppi, stop de “no attri”, ha decretato di dover uscir alla distanza effettuando l’ennesima entrata scomposta della serata, costringendo il direttore di gara a sventolargli il secondo giallo di giornata, con conseguente espulsione e doccia anticipata.
Dispiace, sinceramente. Ranocchia non riesce ad uscire da quelle sabbie mobili che l’hanno inghiottito dopo i continui errori con la maglia dell’Inter. La speranza, si sa, è l’ultima a morire. Ma la paura è che anche lei sia stata sotterrata assieme al “primo” Ranocchia, quello che sembrava poter diventare un signor difensore. E che il centrale umbro, da queste sabbie mobili, non ne esca più.