L’Inter negli ultimi due anni ha speso e molto. Ha acquistato giocatori giovani per costruire un futuro roseo e diverso dal post triplete. Sono molti i giocatori su cui l’Inter ha investito molti soldi e ora deve cercare di non bruciarli. Da Kondogbia a Gnoukouri, da Miangue a Gabigol: non tutti sono Joao Mario, ci vuole tempo.
L’Inter, prima di tutto, deve cercare di non commettere gli errori compiuti con Benassi, Duncan, Destro e Bonucci, per citare solamente il passato recente. Per questo motivo gli investimenti milionari di Kondogbia e Gabigol devono essere valorizzati e sostenuti. E’ vero, il francese è arrivato già da quasi un anno e mezzo, ma non ha mai convinti. I limiti tecnici vanno di pari passo a quelli di personalità. Il giocatore però, soprattutto a Siviglia e Monaco ha dimostrato di essere quel centrocampista che ogni allenatore vorrebbe, capace di interrompere le azioni avversarie e far ripartire l’azione. Gabigol invece, rappresenta l’oggetto misterioso di questa Inter, arrivato in pompa magna si è subito congedato per un paio di settimane in vacanza. Una volta tornato si è visto per pochi scampoli di partita contro il Bologna, per poi sedersi in panchina e non entrare più in campo. De Boer gli ha preferito Jovetic ed Eder, decisione alquanto discutibile che non ha portato gli effetti sperati dal tecnico olandese.
La gestione Allegri con i giovani deve essere d’esempio, ha saputo inserire con pazienza i vari Dybala, Pogba e De Sciglio. Magari 15 minuti a partita, una presenza da titolare ogni tre partite, ma non è possibile ad esempio veder giocare Gnoukouri per due partite consecutive e poi lasciarlo in panchina per due mesi. Ci vuole equilibrio, caratteristica che l’Inter di rado ha avuto, ma che piaccia o no, è la chiave per arrivare al successo.