Champions Pioli. Dopo aver analizzato gli aspetti positivi del dopo derby con la rinascita della rincorsa Champions, La Gazzetta dello Sport si sofferma su cosa non va bene nei nerazzurri. Squadra altalenante e che spesso è stata vittima del proprio umore in campo che ha portato al terzo cambio in panchina, con Pioli al posto di Frank de boer.
Champions Pioli, cosa non va: equilibri tattici, leader e infortuni
La follia dell’Inter si è vista nei due gol del Milan. Dopo aver dominato il campo sono bastate due fiammate dei diavoli per far impazzire San Siro. Kondogbia è apparso troppo lento nella manovra. E la coppia di centrali Murillo e Miranda spesso lasciata sola contro il Milan.
Serviranno a Pioli grandi sedute tattiche, dove insegnare all’Inter come muoversi senza palla, accorciare le distanze fra reparti. Migliorare certi meccanismi dei singoli, con una retroguardia che spesso è in affanno quando manca un filtro a centrocampo.
In attesa che gennaio sistemi qualcosa col mercato, all’Inter manca un leader in mezzo al campo. La perfezione tattica è l’unico modo per colmare questa lacuna. In attesa che Banega torni utile alla causa. Nel reparto più offensivo manca chi dal nulla può creare superiorità numerica e abbia nei piedi pulizia di passaggio, assist e idee geniali. L’identikit pare essere quello di Jovetic. Ma il numero dieci deve essere ricostruito a livello psicologico dopo mesi di dimenticatoio.
Il lungo stop che si teme per Medel fa perdere all’Inter l’unico giocatore duttile nella doppia fase. Capace all’occorrenza di essere centrale difensivo o perno del centrocampo.
Possibile che senza Medel si possa giocare con un 4-4-2. Una squadra più offensiva che avrebbe Perisic in avanti con Icardi nella prima opzione, con Candreva e Joao Mario sulle fasce.
Una seconda opzione può prevedere un 4-2-4 con Perisic e Candreva ai lati, Eder e Icardi in avanti e Kondogbia a proteggere la difesa insieme a Joao Mario.
Tanto dipende dal francese. Troppo lento ad impostare l’azione contro il Milan e poco reattivo nel disfarsi subito del pallone con un passaggio. Rivalutarlo sarà per Pioli la prima sfida.