Dedizione, voglia di sacrificarsi e tanto senso di responsabilità. Il secondo mini ciclo dell’Inter sotto la cura Pioli ha dato tante conferme sotto molteplici punti di vista. Due facce completamente opposte se si pensa a quello che c’er solo due mesi e mezzo fa, quando sulla panchina dell’Inter era presente Frank de Boer. Il tecnico olandese è arrivato con grande entusiasmo e voglia di fare ma purtroppo gli scarsi risultati hanno drasticamente accorciato il tempo a sua disposizione.
I PROBLEMI DELLA VECCHIA INTER
Terzo allenatore in pochi mesi. Tre differenti stili e filoni di pensiero riguardo al calcio e soprattutto il tempo per far assimilare ai giocatori il proprio credo. Diversi acquisti nuovi in casa Inter all’inizio della stagione e tanti che avevano bisogno di riorganizzare se stessi per tornare a brillare. Servivano idee chiare, quelle che probabilmente Mancini, ormai a ferri corti con la società, non aveva più da insegnare o alimentare con la rosa. Il passaggio a deBoer non ha prodotto gli effetti sperati; grande voglia e passione ma lo scoglio linguistico e un’idea di calcio tutta da modellare puntando molto sull’estetica e poco sulla concretezza che per il campionato italiano è un must. Le prove di difesa a 3, poi a 4 cambiando spesso interpreti, i continui cambi di modulo dal centrocampo in su. Le fondamenta si costruiscono da dietro e, a volte, è molto importante non subire aumentando autostima nella squadra per poi iniziare a costruire, possibilmente da dietro.
LA DIFESA PRIMO MATTONE DELLE VITTORIE
La scelta di Stefano Pioli è stata la più azzeccata che l’Inter potesse fare. Allenatore esperto ma mediamente giovane e con grande voglia di stupire, gavetta ma anche un passato da ottimo giocatore, saggezza nel campionato nostrano, grande umiltà, grande lavoratore e sotto sotto anche tifoso data la sua fede nerazzurra da ragazzo. Un mix perfetto per risollevare l’Inter dalle macerie. 9 partite di campionato condite da ben 7 vittorie (6 consecutive) e quel credo tutto italiano che lavora tantissimo sull’aspetto difensivo. Si, la difesa. Da qui partono i successi e così Pioli ha messo in ordine i cocci e ha lavorato sempre sulla difesa a 4 e i movimenti con e senza palla dei difensori dandogli fiducia e facendogli capire che la palla non scotta anche se è nelle retrovie e che il portiere è uno di loro. A parte le prime tre giornate di ambientamento con risultati con goal in tabellino e ancora qualcosa da sistemare, nelle ultime cinque uscite di campionato condite da altrettante vittorie sono stati solo 2 i gol subiti e l’impressione è che l’Inter sia più blindata e che i centrocampisti lavorino molto a protezione della retroguardia.