Domani, alle ore 20.45, l’Inter affronterà il Parma allo stadio “Ennio Tardini” nella gara valida per la 36^giornata di serie A.
In diretta dalla sala stampa del centro sportivo “Angelo Moratti”, vi proponiamo le dichiarazioni rilasciate da mister Stramaccioni nella consueta conferenza della vigilia.
Analizzando i numeri, non solo sei l’allenatore più giovane della serie A, ma anche quello che ha la media punti più alta, quello che ha fatto meglio nelle prime sei giornate d’esordio nella massima serie e l’unico imbattuto. Ti senti di aver legittimato il tuo sogno?
“L’unico dato inequivocabile è quello anagrafico, sono orgoglioso di essere l’allenatore più giovane della serie A. Per quanto riguarda i numeri, fanno piacere ma non sempre sono testimonianza – nel bene o nel male – di come si lavora. Lo dico ora che i numeri ci stanno dando ragione. Il dato che più mi interessa è che l’Inter sta registrando una crescita importante, a livello di gioco e a livello di personalità”.
Nelle ultime due partite hai trovato l’equilibrio per soffrire meno a livello difensivo?
“Sono state sicuramente le due prestazioni migliori. La nostra idea di gioco prevede una squadra sempre propositiva, che faccia la partita o quantomeno ci provi, con almeno due giocatori di qualità alle spalle della punta centrale. Ovviamente è un modo di giocare nuovo per i miei ragazzi ed è stato importante crescere insieme in queste partite. L’Inter del primo tempo contro il Cesena è stata sicuramente quella che più si è avvicinata a quello su cui lavoriamo. Le cose stanno andando bene e ci stiamo avvicinando a qualcosa che ci piace, ma serve comunque tempo per creare una mentalità propositiva, ancor di più che per trovare compattezza difensiva”.
In base a cosa sceglierai tra Pazzini e Milito nelle prossime partite?
“Sono due grandi centravanti con caratteristiche diverse. Per me non sono complementari e l’ho sempre detto. Giampaolo ha caratteristiche ben precise e domenica ha fatto una buona partita. Se avesse fatto gol l’avremmo commentata tutti così. Diego è più predisposto al gioco sul corto lontano dai 16 metri quindi può sembrare più congeniale alla costruzione della manovra”.
Ritieni di aver fatto quello che ti aveva chiesto Moratti in queste prime sei partite?
“Dovreste chiedere a lui se è soddisfatto. Io posso solo garantire che ho dato tutto quello che ho, e forse anche cose che non sapevo di avere”.
Nello schierare la formazione di domani penserai un po’ anche al derby?
“Sì e no. Ogni partita è decisiva e importantissima e in questo senso non può esistere turn-over. Diverso è considerare lo stato di forma dei singoli e in questo senso andrà in campo la formazione migliore”.
Non vedi pericolosi i frequenti attestati di stima, considerando che mancano 3 partite alla fine?
“Mi fanno piacere, ma rimango me stesso”.
Con il 4-3-3 non c’è il rischio che il modo di giocare dell’Inter diventi troppo identificabile?
“L’idea di gioco rimane la stessa ma poi le situazioni variano. Ho parlato di due giocatori alle spalle della prima punta, ma la loro posizione varia di partita in partita. Così come l’atteggiamento degli interni di centrocampo. L’importante è avere un’idea, poi è normale che ci sia sempre un’evoluzione”.
Molti sostengono che forse sarebbe stato meglio cedere giocatori come Maicon, Lucio e Sneijder, ma allenandoli da vicino non pensi che sarebbe difficile trovare di meglio?
“Sembrerebbe facile dirlo adesso, ma io ho sempre detto in maniera chiara che non si può parlare di giocatori finiti. I programmi e le strategie poi li decide la società. A me attualmente interessa fare più punti possibile, tirando fuori il meglio dai miei ragazzi”.
Senti di aver fatto un passo avanti verso un’eventuale riconferma?
“Non lo so… E’ ovvio che in questo momento i risultati sono positivi e sarebbe facile rispondere di sì. A me interessa la crescita dei giocatori. Prendere gol nel secondo tempo contro una squadra già retrocessa e dopo aver attaccato tutto il primo tempo poteva essere difficile, invece abbiamo reagito alla grande. Siamo tutti uniti verso l’obiettivo”.
Come stanno Julio Cesar, Samuel e Zanetti? Con Samuel in campo, Ranocchia tornerà in panchina?
“Per tutti e tre aspettiamo l’ultimo allenamento in modo da valutare al meglio le loro condizioni. Julio anche domenica ha provato fino all’ultimo ad esserci, ma per me la tutela del calciatore viene prima di tutto e quindi abbiamo deciso di non rischiarlo. Dei tre, Walter è quello che durante la settimana ha presentato le condizioni migliori, ma è difficile valutare considerando che non riusciamo mai ad allenarci con continuità. Dobbiamo stare attenti perchè non vogliamo perderli per il derby o per la sfida con la Lazio. Abbiamo tanti giocatori importanti e nessuno deve essere indispensabile per noi”.
Il Parma ha le caratteristiche per mettervi in difficoltà? Sarà una partita simile a quella di Udine?
“Il Parma ha caratteristiche comuni come tipologia di interpretazione della gara ma ha giocatori diversi. Donadoni ha fatto un grande lavoro, hanno dei calciatori che potrebbero metterci in difficoltà e hanno una grande solidità difensiva. Sarà una trasferta difficilissima ma insieme ai nostri tifosi la interpreteremo nel modo giusto, consapevoli che sarà una partita decisiva”.
Vedi l’Inter favorita per il terzo posto?
“Oggettivamente il nostro calendario è il più difficile. Non ho mai promesso che saremmo arrivati terzi ma abbiamo promesso che ce l’avremmo messa tutta. Daremo tutto per questa maglia e per i nostri tifosi”.
Guarin ha dimostrato di avere personalità dopo la prestazione non proprio positiva di Trieste (contro il Cagliari). Speri di avere la stessa reazione da Forlan?
“Diego è un giocatore importante per l’Inter. E’ venuto in panchina contro il Cesena perchè in settimana mi aveva convinto. Gli ho preferito altri giocatori perchè in questo momento stanno meglio, ma Diego non è abbattuto e si sta allenando con grande impegno. Guarin merita un tempo di valutazione più lungo, visto anche l’infortunio. E’ un giocatore interessante e riesce ad abbinare straordinaria forza e qualità. Ovviamente un motore del genere ha bisogno di un rodaggio superiore”.
Una curiosità: perchè avete deciso di battere il calcio d’angolo sempre con un tocco corto?
“Sto pensando se dire la verità o dare una versione di comodo (sorride, ndr). Innanzitutto ci offre due possibilità: calciare direttamente o calciare da una posizione che rende più difficile l’uscita del portiere. Poi, mettere un secondo giocatore di qualità vicino alla bandierina – un giocatore che in area non sfrutteresti – costringe la squadra avversaria a portare due difensori fuori dall’area, creando una situazione di parità numerica all’interno degli ultimi metri. Ho detto la verità (sorride, ndr)“.
Zarate ti ha convinto o può dare di più?
“Un giocatore deve avere sempre l’idea che può fare di più. Mauro ha grande voglia di far bene e finora ha fatto bene sia quando è entrato dalla panchina sia quando è partito dall’inizio. Ci darà una mano in queste ultime partite e sarà un giocatore importante per noi”.
Il derby può condizionare la carriera di un allenatore. Ci stai già pensando o sei concentrato sul Parma?
“Adesso per noi conta la sfida del Tardini, anche perchè il risultato può condizionare l’approccio al derby. Il derby è una partita straordinaria e pur venendo da una città che sa cosa sia il derby, qui è qualcosa di diverso perchè sono due squadre di livello internazionale e tutto va oltre i confini della città. I due antipasti in Primavera sono andati bene, speriamo vada bene anche la portata principale (sorride, ndr)“.