Per i nostalgici della gloriosa annata 2010, il 31 marzo non è un giorno qualsiasi. In quella data infatti, i nerazzurri piazzarono un mattoncino importante, l’ennesimo a domicilio, per la conquista della leggenda.
DOPO I CAMPIONI DI INGHILTERRA ANCHE I CAMPIONI DI RUSSIA
La banda di Mou, dopo aver insegnato calcio ai maestri inglesi del Chelsea, si trova di fronte un’altra squadra di campioni nazionali. Dopo i campioni di Inghilterra infatti, l’urna mette i nerazzurri contro i campioni di Russia del CSKA Mosca. Un sorteggio per molti semplice, contro una formazione di caratura minore. Tuttavia i moscoviti arrivarono ai quarti con prestazioni molto convincenti e sorprendenti, eliminando squadre molto più quotate. Il mix di esperienza e gioventù, faceva dei russi avversari ostici, tignosi e difficili da domare. L’idea di gioco del tecnico Slutsky era molto essenziale, senza tanti fronzoli. Difesa ordinata e compatta, impenetrabile nel gioco aereo, e contropiedi fulminei sfruttando al massimo le fasce, regno dei futuri “italiani” Honda e Krasic, allora piuttosto temibili. Non una rappresentativa di fenomeni quindi, ma comunque un nemico difficile ed in ottime condizioni, un serio ostacolo sulla strada per le semifinali.
MILITO DA PRINCIPE A ZAR PER UNA NOTTE
Nel finale di stagione Diego Milito lascerà definitivamente il titolo di principe per trasformarsi legittimamente in Re. Tuttavia, la notte del 31 marzo 2010, decise di fare una piccola parentesi da Zar. Nonostante il CSKA sia una squadra temibile, i nerazzurri scendono in campo con un piglio autoritario, decisi a chiudere la pratica qualificazione già a S.Siro. La doppia vittoria contro i quotatissimi Blues di Carletto Ancelotti ha dato nuova linfa e convinzione nei propri mezzi ai ragazzi dello Special One: ora sanno di potersela giocare con chiunque, sanno di essere al top.
Mourinho capisce che il vero punto debole, l’unico sfruttabile, della difesa russa è la lentezza. I giocatori del CSKA sono molto forti fisicamente e infallibili nel gioco aereo, tuttavia possono essere infilati in velocità. Se attaccati in profondità faticano a tenere il passo con gli attaccanti nerazzurri. Il primo tempo è un dominio dell’Inter, che sfiora ripetutamente il vantaggio senza però riuscire a sfondare il fortino moscovita, complice un monumentale Akinfeev. Serve un lampo di genio, il colpo del campione per sbloccare una gara così importante. E al minuto 65, finalmente, arriva. Sono infatti i due uomini cardine di quella squadra leggendaria a confezionare il goal vittoria. Grande azione di Sneijder che regala un cioccolatino al Principe, Milito controlla, prende in controtempo la difesa russa e di esterno la mette all’angolino basso, dove il portiere non può arrivare. 1 a 0 e gara finalmente sbloccata.
UNA CERTEZZA SOLTANTO: MILITO ERA L’UOMO DECISIVO CONTRO CHIUNQUE
Dopo il vantaggio l’Inter andrà ripetutamente vicina al raddoppio, senza riuscire però a chiudere la pratica. Il dominio nerazzurro sarebbe stato meglio legittimato da una goleada, ma l’imprecisione e la grande vena del portiere russo mantengono il risultato in bilico fino al ritorno. Tuttavia quella partita, se ancora ve ne fosse stato bisogno, consegnò all’Inter due certezze. In primis la consapevolezza di essere ormai una grande d’Europa, capace di adattarsi ad ogni avversario e di domare e dominare le squadre di livello inferiore. In secondo luogo consegnò definitivamente ai tifosi nerazzurri il giocatore più decisivo dell’ultimo decennio.
Non un fenomeno globale come Messi, non un semplice opportunista alla Inzaghi. Semplicemente il Principe Milito. Il giocatore più decisivo negli ultimi 16 metri che il mondo abbia visto negli ultimi 10 anni. Indipendentemente dall’avversario o dalla caratura della partita, Diego poteva essere letale in qualsiasi momento. Anzi, come dimostrerà in quella annata leggendaria, più la partita pesava, più i goal erano importanti, più Milito rispondeva presente.
Inter CSKA Mosca terminò 1 a 0, con il principe in versione Zar… In attesa della definitiva metamorfosi in Re d’Europa e del Mondo.